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Francia: Ryanair condannata, ha violato la legge sul lavoro

Tira una brutta aria per la compagnia irlandese leader delle Low Cost. Per anni ha visto crescere quote di mercato e profitti, abbassando gli standard delle condizioni di lavoro a livelli inaccettabili e obbligando in questo modo anche altre compagnie a fare altrettanto per non perdere terreno.

Ma negli ultimi mesi Ryanair sembra incassare un problema dopo l’altro. Prima la protesta dei piloti contro gli orari di lavoro sfiancanti e il risparmio sul carburante che mette a rischio anche la incolumità dei passeggeri. Poi le denunce per il comportamento spesso brutale nei confronti dei passeggeri da parte di hostess e steward pressati dalla compagnia per rispettare ritmi impossibili. E ora una condanna da parte della Francia, dove il gruppo di O’Leary è stato punito per aver violato la legislazione nazionale in materia di lavoro e di tutela dei dipendenti.

Il tribunale di Aix en Provence ha ordinato alla compagnia low cost irlandese di pagare 8 milioni di euro di danni per non aver rispettato le norme vigenti in materia di diritto del lavoro presso l’aeroporto di Marsiglia-Marignane. Ryanair è accusata di non avere dichiarato l’impiego di personale locale con contratti stranieri (diritto del lavoro irlandese) e di non aver versato i contributi per 127 dipendenti presso il proprio hub di Marsiglia tra il 2007 e il 2011. L’accusa aveva chiesto anche la confisca dell’equivalente dei quattro Boeing 737 che dal 2007 al 2010 hanno usufruito delle piste dell’aeroporto marsigliese di Marignane. In compenso, la compagnia irlandese dovrà affiggere la decisione che la condanna sulle porte del terminal low cost dell’aeroporto per un mese, e farla pubblicare su quattro giornali. Non sarà certo una bella pubblicità.

 

 

In un comunicato, il leader del trasporto low cost conferma l’intenzione già manifestata di fare appello contro la sentenza ed eventualmente di ricorrere alla Corte di Giustizia Ue. Per Ryanair, il decreto francese che impone il codice del lavoro nazionale alle compagnie che hanno una base operativa in Francia è “in contraddizione con le regole europee”. Il tribunale, nella sentenza, ricorda che “il tasso degli oneri sociali in Francia varia fra il 40 e il 45% per il datore di lavoro, contro il 10,75% in Irlanda” e ciò evidenzia “una situazione di concorrenza sleale nei confronti delle altre compagnie che rispettano la legislazione francese”.

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