Scendere in piazza per difendere il welfare!
I governi che si sono succeduti negli ultimi anni, da centrodestra a centrosinistra, hanno mostrato la propria grande vocazione di subordinare gli interessi del Paese a quelli delle banche, del grande capitale e all’Unione Europea.
È in atto uno sconvolgente trasferimento di risorse dal Lavoro verso il Capitale e la Rendita, il più grande avvenuto in Italia dal dopoguerra a oggi. Con l’alibi della crisi si è intervenuti sull’articolo 81 della Costituzione (pareggio di bilancio) passando per la spending review, l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, la riforma delle pensioni.
Così le condizioni di vita di milioni di lavoratrici e lavoratori sono peggiorate raggiungendo i livelli del dopoguerra, la casa è un miraggio per molti, il salario e la pensione non bastano ad arrivare alla metà del mese.
A dare manforte alla politica del palazzo ci sono i fidi scudieri dei sindacati complici CGIL, CISL e UIL, che non hanno opposto resistenza allo smantellamento dei diritti dei lavoratori, ricevendo in cambio una valanga di finanziamenti che gli sono stati concessi attraverso gli enti bilaterali, l’affidamento di servizi di competenza della pubblica amministrazione, con la garanzia di conservare il monopolio della rappresentanza sindacale.
Per le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali e del welfare in generale, il combinato disposto di queste politiche scellerate, avallate dai sindacati gialli, si è tradotto con più precarietà e flessibilità, meno salario, servizi cancellati e il monito a rigare dritto perché mezzo lavoro oggi è meglio di nessun lavoro domani.
I servizi di bassa soglia, rivolti al disagio, all’immigrazione, alle tossicodipendenze stanno ormai scomparendo. Da anni assistiamo alla sostituzione di interventi integrativi-educativi con interventi assistenziali-sanitari.
Il disimpegno delle politiche locali e nazionali (come sul rifinanziamento del FNNA o dei FRNA, i fondi per la non-autosufficienza) è pressoché totale. La gara al ribasso sulle esternalizzazioni (che non riguardano più solo le cooperative ma anche associazioni e volontariato) fa il resto.
Anzi, il resto lo fa il CCNL capestro che ha regalato ai padroncini delle cooperative gli arretrati (nemmeno 1€ nelle nostre tasche dopo 2 anni senza rinnovo), le clausole di salvaguardia (per non pagare gli aumenti), qualche soldo agli amici delle assicurazioni (la sanità integrativa), e tanta precarietà a noi.
IL GRANDE PROGETTO “DOVETE MORIRE”.
Se non suonasse come il titolo di un thriller complottista dovremmo pensare che la minaccia è rivolta a noi che lavoriamo nel sociale, che vediamo sempre più precarizzata e incerta la nostra condizione lavorativa. Ma (anche per la nostra condizione di cittadini) reclamiamo dignità davanti al disastro prodotto da queste politiche da malaffare! Mancano garanzie di reddito cui affidarsi quando i servizi chiuderanno, quando la CIG (ridotta dalla Fornero) si esaurirà. Sono assenti programmi di sostegno all’occupazione, lo stato sociale a garantire dignità!
A tutto questo opponiamo resistenza, costruiamo organizzazione!
SCIOPERO GENERALE – 18 OTTOBRE – ROMA
MANIFESTAZIONE NAZIONALE ORE 10 – PIAZZA DELLA REPUBBLICA
FERMIAMOCI X FERMARLI!
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