Giornata movimentata ieri a Pomigliano, dove un gruppo formato da cinque operai della Fiat licenziati dall’azienda diretta da Marchionne, intorno alle undici del mattino ha fatto irruzione nella sede del Pd mandando all’aria alcune suppellettili e le urne che contenevano le schede su cui alcune centinaia di persone avevano già votato i candidati per le primarie del partito di Renzi. Dopo il – e grazie al – blitz gli esponenti del Comitato di lotta Cassintegrati e Licenziati Fiat hanno parlato con il segretario cittadino del Pd, Michele Tufano, e con il candidato Michele Caiazzo.
Il ritorno alla normalità c’è stato solo intorno all’una quando gli operai licenziati hanno abbandonato la sede occupata. “Abbiamo chiesto che il Pd di Pomigliano prenda una posizione precisa sui licenziamenti politici operati dalla Fiat e sulla cassa integrazione che sta portando fuori dal mondo del lavoro migliaia di operai in tutto il settore automobilistico campano”, ha spiegato Mimmo Mignano, 49 anni, operaio licenziato ben due volte dalla Fiat ora Fca.
Dopo la protesta all’interno di quella che una volta fu la Casa del Popolo i dirigenti del Pd hanno recuperato le schede votate e sono riprese le operazioni di voto.
Nel pomeriggio Michele Tufano, segretario cittadino del Pd, ha espresso ” ferma condanna per un gesto che ha immotivamente preso di mira un partito, quello di Pomigliano, sempre schierato a difesa dei lavori e per un atto fortemente lesivo delle libertà democratiche dei cittadini”.
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