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Oggi giornata campale per la pubblica amministrazione. Presidio a Palazzo Vidoni

Mentre in Parlamento procede a passi spediti la discussione sulla Riforma della Pubblica Amministrazione che oggi dovrebbe approdare in aula al Senato, la Funzione Pubblica si appresta contestualmente, dopo il confronto con le organizzazioni sindacali che inizierà sempre oggi, a varare le famose tabelle di equiparazione che stabiliscono gli inquadramenti e le retribuzioni per i lavoratori che
verranno trasferiti.
Siamo giunti quindi alla definizione degli ultimi tasselli di un progetto di riforma complessivo, partito da lontano e che va spedito nella direzione indicata dall’Europa dello smantellamento definitivo di una pubblica amministrazione destinata ad essere al totale servizio delle imprese e del profitto. Una volta definite le tabelle di equiparazione non ci sarà più formalmente alcun ostacolo alla mobilità coatta dei lavoratori del pubblico impiego introdotta dal decreto legge Madia della scorsa estate che prevede, in caso di esuberi, la mobilità senza consenso dei lavoratori da un’amministrazione all’altra entro un raggio di cinquanta chilometri.
I lavoratori delle Province, anche se, sicuramente con qualche ritardo rispetto alle intenzioni del Governo, dal momento che solo tre Regioni hanno legiferato entro il termine stabilito decidendo quali sono le funzioni delle Provincie che passeranno alle Regioni, saranno le “cavie” di quest’operazione, cui seguiranno immediatamente dopo quelli della CRI, quelli delle DTL del Ministero del Lavoro e via via tutti gli altri coinvolti dal processo di trasformazione della Pubblica Amministrazione.
L’intenzione della Madia è quella di dare concretezza a quel concetto di “lavoratori della Repubblica” a lei particolarmente gradito, non più legati ad una singola Amministrazione pubblica, ma pronti a fare le valigie e trasferirsi là dove c’è posto. Ovviamente se il posto c’è, altrimenti scatta la mannaia del licenziamento, come ci ricorda anche la spending review targata Cottarelli oggi riesumata, portando con sé le difficoltà familiari quotidiane legate alla mobilità, ma lasciando alle spalle l’esperienza e la professionalità acquisita in tanti anni di lavoro. Il tutto con buona pace di quella che dovrebbe essere la vera funzione della Pubblica Amministrazione: fornire servizi alla cittadinanza, garantire presidi pubblici sul territorio dove soprattutto le fasce più deboli della popolazione possano trovare risposte concrete ai diritti di istruzione, di cura alla persona, di assistenza all’infanzia, di giustizia sociale…
E’ quindi chiaro che oggi si apre una fase completamente nuova nella quale il Governo darà prova di essere capace di fare quello che ha promesso all’Europa delle banche e della finanza.
Ma è altrettanto chiaro che davanti a sé troverà la determinazione e la capacità di un’organizzazione come USB che alzerà i suoi scudi contro l’inaccettabile progetto di trasformazione del nostro Paese secondo un modello darwiniano dove i più deboli sono destinati a soccombere.
OGGI DALLE ORE 11,00 INIZIATIVA AL MINISTERO DELLA FUNZIONE PUBBLICA

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