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Bologna Fiere licenzia. La rabbia dei lavoratori

Il Presidente di Bologna Fiere Franco Boni ha confermato la scelta dei licenziamenti, chiare le responsabilità del sindaco Merola e del presidente della Regione Bonaccini.

La rabbia delle lavoratrici e dei lavoratori di BolognaFiere è la prima giusta risposta all’arroganza dell’azienda e dei soci. Di fronte alla gravità dei licenziamenti è necessaria una risposta dura da parte dei lavoratori e noi saremo con loro fino in fondo. La macchina di un dirigente è stata bloccata dai lavoratori e solo l’arrivo della polizia gli ha consentito di andare via senza danni. Per un pò a Bologna – la Parigi minore cantata da Guccini – si è respirata l’aria della Parigi in lotta.

Durante l’incontro con la dirigenza, il presidente Franco Boni ci ha confermato la scelta scellerata dei 123 licenziamenti del personale fieristico la loro sostituzione con personale fornito dalle agenzie interinali.

Lo stesso Boni ha voluto chiarire che la responsabilità politica di un ritiro dei licenziamenti deve essere assunta dai soci pubblici a partire dal Comune e dalla Regione questione a noi ben chiara già nelle settimane precedenti quando in tanti facevano a gara sotto scadenza elettorale, anche tra gli altri sindacati, a smentire le voci e a tranquillizzare gli animi.

È inaccettabile che a fronte di milioni di euro richiesti e stanziati dai soci pubblici, oggi si arrivi al licenziamento di tutto il personale di manifestazione in una logica di speculazione finanziaria finalizzata al profitto dei soci privati.

È proprio nei confronti dei soci pubblici, di Merola e di Bonaccini, che vogliamo riservare nei prossimi giorni le prime azioni di lotta che verranno decise domani in assemblea siamo di fronte non solo ad uno specifico piano aziendale di macelleria sociale ma ad un effetto delle politiche nazionali del Governo Renzi di smantellamento e ristrutturazione delle società partecipate come tra l’altro previsto dallo stesso Decreto Madia.

USB Bologna

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