Non solo cortei. Il conflitto sociale, quando arriva al nodo politico fondamentale – la “riforma” del mercato del lavoro non p questione salariale o banalmente contrattuale – non può scartare altre forme incisive di contrasto.
E i lavoratori francesi sembrano saperlo benissimo, come fosse inscritto nel loro dna di “cittadini” consapevoli di aver diritto di farsi sentire.
Per protestare contro la legge del lavoro, la Cgt Energie ha staccato la corrente elettrica – tra lunedì 27 e martedì 28 giugno – alle case di alcuni parlamentari socialisti della Dordogna.
In un comunicato, il sindacato CGT Energie sostiene la scelta come parte delle azioni di lotta messe in atto all’undicesimo giorno di protesta contro la riforma del diritto del lavoro. Il sindacato ha detto che i tagli hanno preso di mira deputati e senatori socialisti. Per la CGT, “il governo non ascolta, ascolta solo al MEDEF e insiste a portare questo progetto.” E quindi è giuntal’ora di affrontare i politici di più alto livello.
Eric Rebière, della CGT Energie, ha spiegato che “abbiamo fatto tagli mirati a influenzare il meno possibile gli utenti, ma abbiamo fatto tagli dove c’era un forte simbolo politico ed economico”. Tra i “sanzionati” c’è il senatore socialista Bernard Cazeau in Ribérac, in quel momento assente, e il deputato socialista Pascal Deguilhem, a Saint-Aquilin
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