E' stato da poco approvato il bilancio della città di Roma con grande soddisfazione della giunta. Noi invece siamo preoccupati perché riteniamo che i diritti, soprattutto quelli sociali, abbiano pesato troppo poco nei conti del più grande Comune d'Italia. Le raccomandazioni dei revisori dell'OREF e la spinta a stare dentro i vincoli l'hanno fatta da padrone ancora una volta, costruendo un bilancio in piena continuità con quelli degli ultimi anni.
Perché le questioni sociali, dalla casa al lavoro, i due grandi temi che stanno a cuore a migliaia di romani, non entrano dentro i calcoli della giunta?
Il 4 ottobre si organizzò una grande assemblea popolare in Campidoglio che voleva essere un invito all'amministrazione a collaborare con i cittadini ed i movimenti sociali per provare a cambiare il volto della città. La giunta rispose chiudendo le porte e la sala della Protomoteca. Dopo altri quattro mesi purtroppo i segnali di un cambiamento vero non si sono avvertiti, mentre i drammi sociali continuano a mordere.
Non basta il rispetto delle procedure per produrre un'inversione di tendenza rispetto ai tagli ai servizi sociali, ai licenziamenti, alla disoccupazione di massa, agli sfratti ed alla disperazione delle periferie. Più legalità non si traduce automaticamente in maggiore giustizia sociale e questo comporta un pericoloso sentimento di disillusione. Cittadini e lavoratori aspettano segnali forti di controtendenza e questi non si sono ancora manifestati. Anzi. La vicenda Almaviva così come il rischio di nuovi forti esuberi in Alitalia segnalano che la tendenza alla perdita di posti di lavoro non si è arrestata, né del resto è cominciata una nuova politica di investimenti nei servizi pubblici che potrebbe non solo risanare il cattivo funzionamento degli stessi ma anche ridurre i numeri di una disoccupazione dilagante.
Sul fronte abitativo tutto è fermo tranne la politica degli sfratti. Non si interviene per fermare la politica speculativa sul patrimonio degli enti privatizzati e dei fondi immobiliari. I soldi destinati all’emergenza casa non vengono utilizzati, il patrimonio di case popolari resta esiguo e invece di allargarlo si alimenta la guerra tra poveri con la politica degli sgomberi. Sui Piani di Zona infine, dove il ripristino della legalità potrebbe effettivamente garantire più giustizia sociale, l’amministrazione si muove con imbarazzante lentezza, che finisce per favorire chi ha speculato.
Serve un grande movimento che rimetta il tema dei diritti e delle questioni sociali al centro dell’agenda cittadina. Occorre che le tante vertenze sociali, ambientali e culturali della città trovino la modalità giusta per collegarsi e invertire l’ordine dei fattori: prima i diritti, poi l’equilibrio di bilancio.
L’assemblea di martedì 7 febbraio nella sala della Protomoteca in Campidoglio è promossa oltre che dall’USB, anche dalla Carovana delle Periferie, da Diritto alla Città e da Salviamo il Paesaggio. Appuntamento alle ore 15.30
ROMA E’ SBILANCIATA”
Martedi 7 febbraio torniamo im Campidoglio
Sulle priorità e le scelte sulla città pesano ancora troppo gli interessi dei poteri forti e poco o nulla le esigenze popolari.
Il bilancio e le scelte della giunta comunale lasciano troppe cose come stavano prima. L’aria a Roma deve cambiare.
MARTEDI 7 FEBBRAIO TUTTE E TUTTI IN CAMPIDOGLIO
Le forze che hanno promosso l’assemblea del 4 ottobre scorso in Campodoglio, danno appuntamento per una Assemblea popolare, martedi 7 febbraioo alle ore 15.30 alla Sala della Protomoteca
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa