E’ stato confermato oggi l'obbligo di dimora al coordinatore nazionale del Si Cobas Aldo Milani. Il Tribunale del riesame di Bologna ha confermato la misura cautelare nei confronti di Aldo Milani per la oramai nota "vicenda-Levoni". Le dichiarazioni rese poche ore fa all'ANSA da parte del procuratore capo di Modena Lucia Musti a latere della sentenza, non lasciano alcuno spazio a dubbi sul carattere politico della misura adottata. Il procuratore ha dichiarato che "confido nel buon senso degli aderenti al sindacato e di coloro che nei giorni scorsi hanno dato vita alle proteste: la libertà di manifestazione del pensiero è sempre legittima, non altrettanto i cortei non autorizzati e l'occupazione della stazione ferroviaria" . Il Tribunale finora non ha dimostrato la presunta estorsione di Milani nei confronti dei proprietari dell’azienda Levoni ma ha avanzato soltanto congetture tese ad attribuire pretestuosamente alla volontà di Milani le azioni compiute dal consulente del lavoro Piccinini (quest’ultimo ripreso nel video dell’incontro mentre prende una busta dalle mani di uno dei proprietari dell’azienda). L’azienda che, tra l’altro, ha fatto ampio utilizzo di forme di lavoro schiavistico attraverso un fitto sistema di appalti e subappalti, in un sistema, quello delle cooperative, che vede sul territorio modenese un evasione fiscale pari a più del 70%.
Il Si Cobas in un comunicato rende noto di aver confermato la mobilitazione in atto nel comparto macellazione carni ed ha rilanciato l'appello a tutte le forze sane del sindacalismo di base e combattivo e a tutte le realtà dell'opposizione sociale a dar vita a una vasta campagna contro l'escalation repressiva e contro questo subdolo tentativo di cancellare il diritto di sciopero e infangare le lotte sociali per migliori condizioni di vita e di lavoro equiparandole ad azioni estorsive.
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