Alla fine, sotto al Ministero dello Sviluppo Economico, la rabbia dei lavoratori è esplosa e si è diretta verso il sindacalista della Cisl Bentivogli, un personaggio che questa rabbia se la merita tutta. La Whirlpool ha infatti confermato che abbandonerà lo stabilimento di Napoli. La conferma, è arrivata nell’incontro di ieri pomeriggio a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico sotto al quale erano presenti un folto gruppo di lavoratori della fabbrica.
Il governo ha dato incarico a Invitalia di cercare un nuovo soggetto che subentri alla multinazionale statunitense entro il prossimo luglio. Il ministro Patuanelli ha dichiarato inaccettabile la chiusura entro il 31 marzo ma l’azienda Usa non sembra esserne rimasta particolarmente impressionata.
L’amministratore delegato di Whirlpool Italia, Luigi La Morgia, ha ribadito che a Napoli non c’è più sostenibilità economica della produzione di lavatrici. Ma avrebbe anche confermato che l’Italia (ma meglio sarebbe dire il “mercato italiano”, ndr) resta strategica per il gruppo, che ha ancora 5 mila dipendenti in tutto il Paese. Secondo la Whirlpool le difficoltà sarebbero relative al solo stabilimento campano.
Invitalia e il governo parlano di un piano industriale solido e “credibile”, in grado di prospettare una ripresa delle attività produttive sostenibile nel lungo periodo, in linea con le caratteristiche del territorio. La ricerca del compratore sarà rivolta ad aziende e gruppi sia nazionali che internazionali, non necessariamente attivi nel settore dell’elettrodomestico. Nella fase iniziale, per quanto riguarda aziende internazionali, si guarderà a quelle già presenti “con successo” in Italia o che abbiano già palesato prospettive di insediamento nel Paese.
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