Il 2 novembre su convocazione del ministro del Lavoro Orlando si è tenuto il tavolo di confronto sul lavoro agile. Erano presenti le principali associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali, tra le quali la delegazione USB.
Il ministro ha fatto una rapida disamina del contesto emergenziale in cui si è utilizzato lo strumento del lavoro agile, evidenziando problematicità e quelle che a suo avviso rappresentano delle potenzialità. Il ministro ha concluso proponendo di arrivare alla scadenza dello stato di emergenza del 31 dicembre con la stipula, entro novembre, di un protocollo/accordo quadro per il lavoro privato, attraverso un percorso di incontri tra le parti sociali.
Nei loro interventi Cgil, Cisl, Uil, Ugl, sindacati autonomi e associazioni datoriali si sono detti contrari ad un intervento normativo e di legge che si sostituisca alla contrattazione nazionale e aziendale. Al tempo stesso hanno sollecitato interventi di natura economica e sgravi fiscali a favore delle imprese per affrontare i costi che a loro dire dovranno sostenere le aziende.
La delegazione USB ha dato la sua disponibilità a proseguire il confronto; tuttavia, ha tenuto a richiamare la necessità di un aggiornamento legislativo che tuteli lavoratori e lavoratrici a partire dai punti critici sollevati dallo stesso ministro Orlando.
In questo senso era già stata inviata al ministro Orlando una nostra nota in cui si ribadiva l’esigenza di uscire dall’emergenza per andare verso un quadro di norme e diritti; a partire dal diritto di disconnessione (per USB collettiva e non individuale), di fronte all’estensione della giornata lavorativa particolarmente incalzante verso le lavoratrici, all’esigibilità dei diritti sindacali, alla questione dei costi, delle tariffe e della dotazione degli strumenti (per USB a carico dell’azienda), senza contare la questione degli spazi abitativi che si trasformano in luoghi di lavoro. Questi ultimi aspetti richiamano la questione salute e sicurezza, il controllo della prestazione e la responsabilità dei dati aziendali.
Fatta salva l’importanza della contrattazione, per USB l’intervento normativo e l’adesione individuale dei lavoratori e lavoratrici sono necessarie per almeno tre ragioni:
- la contrattazione collettiva di primo e di secondo livello sono condizionate dal “patto sociale” stretto da Confindustria Cgil, Cisl, Uil e Ugl con effetti di compressione sui salari e sui diritti dei lavoratori e lavoratrici, i cui dati nefasti li ritroviamo documentati nelle statistiche ufficiali dell’OCSE;
- l’intervento normativo, al netto delle deroghe contrattuali, copre l’intera platea di lavoratori e fornisce una cornice esigibile anche a livello contrattuale;
- lasciare al lavoratore e alla lavoratrice la possibilità di adesione individuale nell’ambito di una cornice normativa aggiornata sugli aspetti critici.
Valuteremo con attenzione la proposta di protocollo/accordo quadro per il lavoro privato che invierà il Ministero. Per parte nostra lo smart working deve fornire una possibilità effettiva di miglioramento delle condizioni dei lavoratori in termini di orario, salario ed equilibrio tra lavoro e vita sociale e non uno strumento utile alle aziende per risparmiare sui tanti elementi che vanno a costituire il costo del lavoro.
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