E i prezzi delle merci sugli scaffali stanno oggi crescendo meno di quelli alla produzione. Il che significa una sola cosa: che si scaricheranno a breve sui prezzi delle merci che sostituiranno quelle attuali.
A febbraio i prezzi alla produzione dei prodotti industriali sono aumentati dello 0,5% rispetto al mese precedente e del 5,3% rispetto a febbraio 2010. Mentre il tasso di inflazione a marzo è salito al 2,5% (era ancora al 2,4% in febbraio). Il tasso tendenziale anuo è il più alto da novembre 2008, quando l’inflazione si attestò al 2,7%.
L’inflazione “acquisita” per il 2011 (energia e materie prime) è pari all’1,8%. L’inflazione “di fondo”, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, è anch’essa pari all’1,8%, in accelerazione rispetto all’1,7% di febbraio.
Sul piano tendenziale, la crescita dei prezzi dei beni sale al 2,8%, con un’accelerazione di due decimi di punto rispetto a febbraio 2011 (+2,6%), mentre quella dei servizi si porta al 2,0% dall’1,9% del mese precedente.
L’accelerazione dell’inflazione registrata a marzo – spiega l’Istat – risente in primo luogo delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari e dei beni energetici non regolamentati. Ma aumentano anche i prezzi dei servizi, ed in particolare di quelli relativi a trasporti.
Ultim’ora: nell’ultimo trimestre 2010, segnala l’Istat, l’indice dei prezzi dei vegetali ha registrato su base tendenziale una variazione del 9,9 per cento e del 16,2 per cento al netto di frutta e ortaggi. Gli aumenti maggiori hanno riguardato cereali (+39,1%) e patate (+25,2%). La frutta è rincarata del 7,5%, gli ortaggi +3%. Anche il vino costa di più (+2%), rispetto allo stesso trimestre 2009, anche se il prezzo è in calo (-3,8%) sull’anno. I prezzi di animali e prodotti da animali hanno segnato un aumento tendenziale del 2,8 per cento. Nell’anno, indica ancora l’Istat, i prodotti vegetali hanno segnato una variazione positiva del 3,1 per cento, mentre gli animali e prodotti da animali sono diminuiti dell’1,0%.
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