Far dipendere il giudizio – negativo o positivo – dalle “stime preliminari” su un trimestre di Prodotto interlo lordo (Pil) non è serio. Ma una maggioranza raffazzonata e alla canna del gas si deve attaccare anche a questo, col solito codazzo di “professionisti dell’informazione” protesi a registrare ogni refolo di vento vendibile come “in poppa”.
L’attesa poer i dati dell’Istat, pubblicati pochi minuti fa, era tale da far titolare in prima pagina, sull’argomento, il Corriere della Sera: Il verdetto del Pil per il governo.
Si comprende dunque bene come in certe redazioni, così come a Palazzo Chigi, si sia tirato un piccolo sospiro di sollievo quando l’Istat ha battuto la sua “stima” (non un dato a consuntivo, ma una estrapolazione -comunque attendibile, vista la serietà scientifica dell’istituto – da dati ancora in progress): + 0,2% nel secondo trimestre di quest’anno.
Non infieriremo troppo sul fatto che persino la derelitta Grecia, impegnata tra aprile e fine giugno nel dirompente scontro con la Troika è riuscita a fare straordinariamente meglio: +0,8%. Dimostrazione plastica di come, all’interno di un periodo di tempo così ristretto, giochino sempre molti fattori “congiunturali”. Per dirne una, la Germania ha fatto molto peggio delle previsioni, crescendo soltanto dello 0,4%, mentre la Francia ha addirittra segnato uno zero spaccato (mentre tra gennaio e marzo era cresciuta dello 0,7).
Ma soltanto qui un più zero qualcosa può essere accolto come una ciambella di salvataggio per il governo in carica.
Per calcolare un po’ più precisamente l'”efficacia” economica del governo Renzi sarà dunque meglio vedere il raffronto con i dati di un anno fa: un modesto +0,5%. Basterà ricordare (vedi la tabella Istat qui sopra) che il secondo trimestre 2014 ha segnato il punto più basso della storia recente italiana, visto che è stato il dodicesimo trimestre consecutivo con il segno meno. Insomma: più giù non si poteva proprio andare, visto che nel frattempo la Bce, dopo aver azzerato i tassi di interesse, stava per lanciare il suo programma di quantitative easing.
Contenti loro…
Guardando ai macrosettori, quello 0,2 in più risulta da una diminuzione del Pil in agricoltura, da una stagnazione assoluta nell’industria (zero virgola zero) e da una modesta crescita dei servizi.
Sommando primo e secondo trimestre, dunque, la variazione acquisita per il 2015 è pari a 0,4%. Metà di quello greco in un trimestre solo…
Il rapporto completo dell’Istat:
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