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La crisi Usa peggiora, crolla Wall Street

Chi per settimane propaganda che la crisi è finita è costretto ogni tanto a risvegliarsi e a scoprire che abita ancora qui. Ma siccome in genere è duro di comprendonio, servono scoppole consistenti per farglielo ammettere. Le notizie di ieri hanno riportato le “autorità globali” con i piedi per terrA. Mettiamole dunque in fila.

Il settore privato statunitense nel mese di maggio ha creato appena 38.000 posti di lavoro. Il dato, rilevato nel sondaggio Adp, è di gran lunga inferiore rispetto alle attese degli economisti che puntavano su 175.000 nuovi occupati.

Il tasso di crescita del settore manifatturiero americano (sulla cui crescita invece si riponevano molte speranze) infatti rallenta, e scende ai minimi dal settembre 2009. L’indice Ism manifatturiero a maggio è calato a 53,5 da 60,4 di aprile. L’indice dei nuovi ordini scende da 61,7a 51,0, al livello più basso dal giugno 2009 (nell’ottobre precedente c’era stato il fallimento di Lehmann Brothers e l0inizio del momento più duro di recessione). «Il calo non indica un cambio di tendenza» afferma tuttavia l’Institute for Supply Management, sottolineando che c’è una «correzione» (peraltro decisamente consistente: ben 10 punti percentuali) e che l’andamento dei prezzi resta una preoccupazione (l’inflazione. Cova sotto la cenere).

La spesa edilizia negli Stati Uniti è aumentata in aprile soltanto dello 0,4%. Il mercato edilizio, e quindi quello immobiliare, restano di fatto congelati al punto più basso dal dopoguerra.

Sulla base di questi dati Wall Street (e tutte le borse europee, che chiudono ovviamente prima) affondano. Il Dow Jones perde l’1,65% a 12.362,96 punti, il Nasdaq cede l’1,50% a 2.792,77 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,63% a 1.323,31 punti. Si tratta, in un giorno solo, del calo maggiore da agosto.

Un ruolo negativo l’ha avuto anche il nuovo downgrade della Grecia da parte dell’agenzia di rating Moody’s, che aumenta i timori (o le quasi certezze) che Atene non riuscirà comunque a ripagare per intero i propri debiti, lasciando a terra molti degli “investitori” in titoli grecia.

«Un sacco di fattori che militano a favore di una correzione – commenta Chicuong Dang, analista di KBL Richelieu a Parigi – Le statistiche economiche in generale non sono in miglioramento. Non ci sono motivi per essere troppo entusiasti». L’eufemismo è sempre di casa, tra gli analisti…

 

Su questa scia, nella notte, anche la Borsa di Tokyo ha registrato un tonfo. Fin dai primi minuti ha perso oltre il 2%. L’indice Nikkei si attesta a quota 9.521,74, in calo di quasi 200 punti, scosso anche dalle turbolenze politiche giapponesi, con l’incertezza del voto sulla mozione di sfiducia contro il premier Naoto Kan, promossa dalle opposizioni e sostenuta da parte del partito Democratico, che oggi sarà all’esame della Camera Bassa.

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