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dal Finacial Times del 13 ottobre 2011
Jamil Anderlini in Beijing
La crescita del commercio cinese è rallentata in modo significativo il mese scorso a riprova che il la seconda più grande economia del mondo ha cominciato a risentire degli effetti della crisi economica che colpisce i suoi partner commerciali più importanti d’Europa e degli Stati Uniti.
Nel complesso le esportazioni cinesi sono aumentate a settembre 17,1% rispetto all’anno precedente, in calo dal 24,5% di aumento nel mese di agosto e ben al di sotto maggior parte delle previsioni, secondo i dati diffusi dalle autorità doganali cinesi giovedì.
Anche le importazioni hanno rallentato, passando al 20,9% a fronte di aumento del 30,2% di agosto 2010.
Molte delle importazioni cinesi sono componenti come chip per computer o materie prime che vengono poi riesportate come prodotto finito; un rallentamento delle importazioni può dunque segnalare un futuro calo delle esportazioni.
Il rallentamento è stato particolarmente evidente nel commercio cinese con l’Europa in crisi; il mese scorso le esportazioni verso quest’area sono aumentate solo del 9,8% rispetto all’anno precedente, a fronte di un aumento del 22,3% registrato nel mese di agosto.
La crescita del commercio annuale con Giappone, Stati Uniti, Taiwan e Australia è rallentata rispetto ai primi mesi dell’anno.
Quindi il surplus commerciale della Cina – un punto di seria contesa con i partner commerciali pù grandi, in particolare gli Stati Uniti – è stato minore al previsto nel mese di settembre; solo 14m5 miliardi di dollari rispetto ai 17.8 di agosto e ai 31.5 di luglio.
La mossa del Senato Usa, che punta ad aumentare la presione sulla Cina perché rivaluti la propria moneta più rapidamente, ha avvertito Pechino, in questa situazione può provocare una guerra commerciale.
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