Il Pil è infatti sceso dello 0,2% rispetto al trimestre precedente (aprile-giugno), ed è salito dello 0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La crescita acquisita in tutto il 2011 è pertanto dello 0,5%, cioè il risultato che si otterrebbe se nel quarto trimestre la variazione congiunturale fosse nulla. Il calo congiunturale, in linea con le aspettative degli analisti, è il primo che si verifica dal quarto trimestre 2009 (l’ultimo della prima fase di questa crisi), quando il Pil accusò una flessione dello 0,1%.
Calano le importazioni dell’1,1% congiunturale e -0,9% tendenziale (ossia su base annua). La spesa delle famiglie scende dello 0,2% congiunturale mentre risulta apena superiore (+0,1%) su base annua. Crollano in modo consistente sia la spesa della pubblica amministrazione che quella delle istituzioni sociali private (-0,6% in entrambi i confronti). Ma scendono anche gli investimenti fissi lordi -0,8% e -2% (con autentici tracolli nei settori dei mezzi di trasporto – -4,9% sul trimestre e -9,6% sull’anno – e nelle costruzioni: -1,2% e -3,2%).
Andamenti congiunturali negativi si rilevano anche per il valore aggiunto dell’agricoltura (-0,9%) e dell’industria (-0,1%), mentre il valore aggiunto dei servizi é rimasto stazionario.
L’Istat, inoltre, ha rivisto al ribasso i dati sul prodotto interno lordo nei primi due trimestri del 2011. La crescita tendenziale, cioè rispetto al trimestre corrispondente del 2010, del primo trimestre di quest’anno è stata rivista da +1% a +0,8%, mentre quella del secondo trimestre passa da +0,8% a +0,7%. Restano invece invariati i dati sulla crescita congiunturale, cioè rispetto al trimestre precedente: +0,1% nel primo trimestre 2011 e +0,3% nel secondo trimestre.
Va sottolineato che in questo terzo trimestre 2011 ancora non potevano essersi fatti sentire appieno gli effetti delle due manovra estive del duo Tremonti-Berlusconi, composte soprattutto di misure che andavano a regime più in là nel tempo (tranne l’aumento dell’Iva e poco altro). Tantomeno, dunque, poteva essere avvertito lo shock provocato da quella ancora in discussione, che per ora abbiamo “sentito” concretamente solo nel prezzo dei carburanti.
Nel prossimo anno, però, si sommeranno i tagli alla spesa pubblica di tutte e tre le manovre, un calo dei consumi molto più consistente dell’attuale e investimenti ancora minori per assoluto congelamento del mercato.
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