Se uno ti dice, con una pisola in mano, “dammi tutti i soldi che hai, anche se so che non ne hai”, per un attimo rimani incerto se chiamare aiuto o la neurodeliri.
Al governo greco hanno imposto condizioni che una volta venivano scritte solo al termine di una guerra molto sanguinosa, quando il vincitore era certo che l’avversario non poteva resistere oltre. Ma, appunto, l’economia non c’entra nulla. Tutti snno, anche i ricattatori, che quelle “misure” non servono affatto a “rilanciare la crrescita” e tantomeno a “ripagare il debito”.
Lo sanno così bene che il giorno dopo aver imposto quelle “misure”, scrivono nero su bianco, in uno dei loro rapporti tanto “scientifici”, che o si cancella buona parte del debito oppure tutto il sangue (greco) versato non servirà a niente.
Il Fondo monetario internazionale, in un’analisi messa ieri a disposizione della stampa internazionale, spiega infatti che «Il debito della Grecia può diventare sostenibile soltanto con un taglio che va ben al di là di quanto concordato finora con l’Eurogruppo». L’unica alternativa praticabile sarebbe il congelamento degli interessi su quel debito per almeno 30 anni. Non serve essere grandi economisti per capire che un debito da non restituire per così tanto tempo, senza neppure l’obbligo di pagare annualmente un piccolo interesse, di fatto è cancellato.
Il bello è che i “tecnici” dell’organismo diretto da Christine Lagarde mettono giù anche i numeri: il debito greco vale oggi il 180% del prodotto interno lordo (Pil). Cinque anni fa, quando i governi Papandreou e poi Samaras, hanno cominciato a eseguire gli ordini della Troika allo scopo di “mettere in ordine i conti”, era appena al 120%. Il Pil è crollato del 25% (e molti prevedono che il “pacchetto” approvato lunedì provocherà una perdita di un altro 12,5%), la spesa pubblica è scesa, ma molto lentamente e in minor proporzione. E infatti il Fmi calcola che nel 2018, eseguendo le direttive della Troika, salirà al 200%. Solo dopo, forse, potrebbe tornare a scendere, per arrivare… dov’è oggi: al 170%.
Insomma la ricetta è fallita, il malato sta peggio, ma lo sciamno-stregone ordina di raddoppiare la dose. Quel che non vine ben spiegato è che le percentuali possono essere molto ingannevoli. La stessa percentuale, infatti, può essere ottenuta in modo anche opposto: se cresce il debito ma anche il Pil, oppure se scendono entrambi. Solo che nel primo caso si ha un aumento di ricchezza e quindi di benessere anche sociale, nel secondo si ha recessione e fame.
La via scellta lunedì dalla Troika va decisamente nella seconda direzione. Quindi non è affatto una scelta imposta dalla razionalità economica, ma solo la certificazione di un dominio politico punitivo.
Non basta. A sole 24 ore di distanza dall’assassinio, il Fmi dice che sono sbagliate anche le previsioni relative alla ricapitalizzazione delle 4 principali banche elleniche: non serviranno infatti “solo” i 25 miliardi previsti nel documento dell’Eurogruppo, ma molti dipiù
Non è un dettaglio secondario, perché quella cifra rappresenta la metà esatta del “fondo di garanzia” che andrà riempito con asset pubblici greci da privatizzare (porti, aeroporti, Partenone, ecc), mentre un altro quarto dovrebbe andare al pagamento del debito e l’ultimo quarto agli “investimenti per la crescita”. Dunque, se il conto del salvataggio delle banche è più alto, e il debito non si può toccare, a ridursi saranno appunto gli investimenti. Ma il questo modo si cancella anche l’ultima, miserabile, risorsa che abrebbe dovuto tenere a galla l’economia ellenica nei prossimi anni.
A meno che i “creditori” non cancellino parte del debito o rinuncino aggli interessi per almeno 30 anni.
Non basta? Mai. E dunque il Fondo monetario internazionale sta valutando se aderire o meno al “piano di salvataggio” della Grecia. Ma è più no che sì.
Sono assassini, certo, e seriali, notoriamente. e come tutti i serial killer sono anche parecchio schizofrenici…
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