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L’impatto della pandemia tra i big della Borsa di Milano

Un rapporto dell’Area Studi Mediobanca ha analizzato l’impatto della pandemia del Covid-19 sui bilanci annuali 2020 di 27  delle 40 maggiori società finanziarie, industriali e di servizi quotate nell’indice Ftse Mib della Borsa di Milano. Di queste quaranta, tredici sono banche, le altre sono appunto le 27 società industriali e di servizi prese in esame da Mediobanca.

In Borsa le società quotate sono circa 370, ma quelle 27 rappresentano ben l’80% della capitalizzazione  e il 90% del controvalore degli scambi complessivi sul listino borsistico.

Si tratta di 16 società private  e 11 società a controllo pubblico, 17 sono imprese manifatturiere, 6 sono utilities ed energetiche, 3 di servizi e 1 petrolifera.

Lo studio presenta anche un focus sui gruppi manifatturieri italiani, che prende in esame gli ultimi trenta anni e il futuro, inoltre analizza anche le caratteristiche dei vertici della società in questione, con parametri relativi a età, genere, nazionalità e retribuzioni.

Nel 2020 della pandemia di Covid,  le società in questione hanno perso fatturato per oltre 75 miliardi di euro (-18,6%) rispetto al 2019. Una quota notevole, ma non per tutti. E’ bene sapere che il fatturato 2019 di sole tre aziende come Eni, Telecom, Leonardo supera i 100 miliardi.

Ma, come già sottolineato spesso sul nostro giornale, l’industria manifatturiera è quella che, nonostante la pandemia, ha registrato il calo minore (-14,3%), seguita dai servizi (-14,7%) e dalle società di energia e utilities (-15,6%), mentre il comparto petrolifero con Eni ha perso ben il 37,1% del suo fatturato. 

Tra le società industriali spicca la DiaSorin, il cui aumento del fatturato è a doppia cifra (+27,1%), avendo beneficiato della vendita dei kit diagnostici per il Covid (con relativo scandalo alla Regione Lombardia), seguita da Stm (+6,8%), Inwit (+6,1%) e Italgas (+6%).

Nel 2020 queste società quotate al Ftsi Mib della Borsa di Milano hanno occupato mediamente 723mila persone. Il divieto al licenziamento ha limitato i tagli al numero degli occupati al -1,4%, pari a -10mila dipendenti mediamente rispetto al 2019.

Per quanto riguarda i dividendi, nel 2021 agli azionisti verranno distribuiti complessivamente 1,4 mld in meno (-12%) rispetto al 2020. Sono però in aumento i dividendi distribuiti dai grandi gruppi pubblici di energia/utilities (+0,6 mld) e dalla manifattura privata (+0,2 mld).

In diminuzione anche gli investimenti (-11,3%, pari a 4 mld in meno sul 2019), con importanti flessioni per il comparto petrolifero (-45,2%). In controtendenza gli investimenti del comparto utilities (+3,7%) e leggera riduzione per gli investimenti nel settore manifatturiero (-2,8%).

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