Menu

Più Pil per tutti, o meglio per pochi

Fonte Banca d’Italia: “Nei dodici mesi terminanti in agosto 2021 il surplus di conto corrente è stato pari a 69,5 miliardi di euro (il 4,0 per cento del PIL), da 55,6 miliardi nel corrispondente periodo del 2020.

Sono aumentati i surplus delle merci (74,6 miliardi, da 63,1) e dei redditi primari (23,0 miliardi, da 16,9) e si è lievemente ridotto il disavanzo nei servizi (-7,1 miliardi, da -7,4); il deficit dei redditi secondari è invece peggiorato (-21,0 miliardi, da -16,9).

Alla fine di giugno 2021 la posizione netta sull’estero dell’Italia era creditoria per 89,6 miliardi di euro, pari al 5,2 per cento del PIL (in aumento di 39,1 miliardi rispetto alla fine di marzo). I

l miglioramento è dovuto sia all’avanzo di conto corrente sia, in misura maggiore, agli aggiustamenti di valutazione positivi sulle attività, in particolare sulle quote di fondi esteri.

Sveglia! Siamo affogati di denaro! E ci appioppano a noi l’austerità.

Il conto corrente ha un surplus del 4,2% (creditori netti), la posizione finanziaria netta estera è positiva per 5 punti percentuali. Se andate a vedere il grafico, è impressionante la risalita dal deficit del 25% del 2015: è stata fatta con il sangue dei lavoratori che hanno risanato il Paese. Sangue versato ma non riconosciuto, anzi, preso a pesci in faccia.

Questa è ricchezza che va a finire non negli investimenti (gli industriali per questo chiedono fondi pubblici, aggravando il debito che dobbiamo pagare noi), ma in investimenti finanziari.

Questa follia dura da anni e nessuno vuole metterci mano. In tutti questi anni di “risanamento della posizione finanziaria netta estera” non ho mai sentito il Governatore della Banca d’Italia Visco, o un Presidente del Consiglio, o un ministro e neppure un deputato, fosse anche di opposizione, dire che stiamo vivendo al di sotto delle nostre possibilità.

Il sangue delle lavoratrici e dei lavoratori deve essere immolato ancor di più in nome di una ricchezza che va per il 98% all’estero. Morti sul lavoro, disoccupati, precari, lavoratori a termine, lavoratori pagati una miseria, tutto in nome di questa ricchezza detenuta da pochi, come se fossimo in un assetto feudale.

Nessuno che dica agli industriali: “i soldi li avete, ne siete pieni, cacciateli fuori“.

Ci provò due anni fa l’Amministratore delegato di Intesa San Paolo, Carlo Messina, che in un’intervista invitò gli industriali a riportare i soldi in Italia. Depositi bancari che scoppiano, 2.500 miliardi di risparmio gestito che finisce all’estero, liquidità totale pari a 4mila miliardi e… “non si trovano i soldi” per aggiustamenti salariali che mancano da decenni.

E’ la colonna infame di questi decenni. Spero solo che un giorno uno storico dell’economia studi e scriva di questo scandalo.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *