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Le virtù del welfare. Una riscoperta forse tardiva…

Ci sono sommovimenti in Occidente. Spuri, ancora non decisivi, ma che incominciano a fare opinione.

Un trittico di giornate da incorniciare: venerdì notte il Congresso americano ha approvato un pacchetto welfare decennale da 1.600 miliardi di dollari, con spese per alloggi popolari, asili gratuiti, spese per istruzione, centralizzazione acquisti farmaci del sistema Medicare, bonus per polizze sanitarie.

Domenica è la volta dell’ex direttore di Repubblica, Verdelli, che su Il Corriere analizza la povertà lavorativa estremamente diffusa con salari bassissimi per tutti, citando le parole di Mattarella, di cui ho reso conto in questa bacheca.

Ieri mattina alle 6, prima di andare a lavorare, sono catturato dall’editoriale dell’ex direttore guerrafondaio atlantista Ezio Mauro, di Repubblica, “La rivincita del Welfare“.

Cito alcuni passaggi: “siamo davanti ad una resurrezione del Welfare; (…) Oggi c’è anche la consapevolezza che il Welfare è uno strumento di governo delle società complesse perché costituzionalizza il bisogno e l’insicurezza, ammortizza la lotta di classe, obbliga lo Stato a rivelare una sua dimensione sociale. (…)

E l’abitudine a tollerare un tasso di disoccupazione così alto riduce il monte contributi pensionistico, creando il dogma del welfare troppo caro, mentre è evidente che è la disoccupazione a costare troppo“.

Chi ha letto il libro Piano contro mercato sa perfettamente che la tesi del libro è che il salario sociale – appunto il welfare – è un meccanismo di accumulazione capitalistico, perché se dai ai proletari l’alloggio popolare, la sanità, l’istruzione e l’università gratuita, assistenza sociale, liberi il suo reddito, che investe in risparmi (buoni per gli investimenti) e in consumi.

Era il modello della “Prima Repubblica”, con la stagione delle riforme (di segno opposto a quelle che ci vengono imposte dall’Unione Europea in nome dell’austerità e del rientro dal debito).

La Cina sta mutuando a suo modo, questa la tesi, quel modello che avevamo e ora è in crisi inarrestabile.

Ezio Mauro, che quasi vuole la guerra alla Cina, si rende conto che senza welfare non c’è accumulazione capitalistica e dunque l’Occidente, su questa strada, è destinato a  soccombere.

Questa “resurrezione” del welfare serve al disallineamento economico dell’Occidente dalla Cina, per toglierle spazio economico, è in definitiva un arrocco.

Al momento in Italia, a livello governativo, e ancora meno nell’Unione Europea dei tecnocrati ordoliberisti, non ci sono segni di virata in questo senso.

Ma Corriere e Repubblica sono l’eco del capitale finanziario italiano ed internazionale. Se qualcosa comincia a esser scritto, è perché qualcuno sta avanzando richieste di rettifica…

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