La Procura della Cassazione ha formalizzato questo pomeriggio la richiesta di conferma delle condanne per i 25 agenti e alti funzionari della Polizia imputati nel processo per le violenze e le vere e proprie torture inflitte a 93 manifestanti durante l’irruzione alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. In particolare il sostituto procuratore generale della Cassazione, Pietro Gaeta, ha chiesto di confermare il verdetto di condanna emesso dalla Corte d’appello di Genova il 18 maggio 2010 e ha chiesto alla quinta sezione penale della suprema corte di dichiarare ”inammissibili” o di dichiarare il ”rigetto” dei ricorsi dei 25 imputati. In particolare é stato chiesto il rigetto dei ricorsi di Francesco Gratteri e Gilberto Caldarozzi e l’inammissibilità di quello di Vincenzo Canterini. L’unica pena da rideterminare a ribasso é quella per Panzieri che, secondo il pg, da tre anni e otto mesi deve passare a tre anni e cinque mesi.
”La sentenza della corte di appello di Genova ha fatto buon governo delle regole sulle attenuanti generiche decidendo di non concederne per la gravità delle condotte durante la perquisizione alla Diaz e per i falsi verbali costituiti dopo” ha detto il sostituto procuratore generale della Cassazione Pietro Gaeta al termine della sua requisitoria.
La sentenza chiede che vengano risarciti anche i manifestanti che hanno riportato lesioni a causa delle violenze della Polizia alla scuola ‘Pascoli’ la notte del 22 luglio 2001 durante il G8 di Genova.
Per tutti i condannati in appello era stata dichiarata l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Il verdetto di secondo grado aveva ribaltato quello emesso dal Tribunale di Genova, che aveva condannato 13 imputati, pronunciando 16 assoluzioni. Tra i condannati in appello, gli alti funzionari di polizia, Francesco Gratteri (4 anni), Giovanni Luperi (4 anni), Vincenzo Canterini (5 anni), Spartaco Mortola, Gilberto Caldarozzi e Massimo Mazzoni, tutti e tre condannati a 3 anni e 8 mesi. Nell’irruzione alla Scuola Diaz vennero ferite oltre 60 persone, 93 persone tra manifestanti e giornalisti, italiani e stranieri, vennero arrestati e poi prosciolti. Per venerdì prossimo é attesa la sentenza della Suprema Corte, che arriverà a quasi 11 anni di distanza dai fatti.
Intanto un episodio mette in chiaro quale sia il clima oggi in Cassazione. La maglietta con la scritta ‘Diaz mai più’ é stata ritenuta, dagli uomini della Digos, una ”forma di protesta”. Per questo il giornalista inglese Mark Covell – una delle persone pestate più violentemente quel 21 luglio del 2001 – ha dovuto togliersela e indossarla al contrario così che la scritta non fosse leggibile per poter entrare in Cassazione.
Il suo legale, l’avvocato Massimo Pastore, ha protestato con i responsabili della Polizia presenti agli ingressi denunciando che ”queste misure sono eccessive ed esagerate perché nella scritta sulla maglietta non c’era nessuna frase offensiva, nè, tantomeno, Mark ha intenzioni offensive”. L’avvocato ha anche raccontato che Covell ”é stato costretto a lasciare i poster del film ‘Diaz’ di Daniele Vicari che aveva con sé arrotolati e chiusi per portarli a Londra come ricordo della pellicola sui drammatici fatti dei quali ha pagato uno dei prezzi più alti per la gravità delle lesioni riportate”.
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