Per superare la crisi “servono formule di governo dell’economia che consentano di mettere tutte le forze politiche a contribuire a sforzi impopolari nel breve periodo” ma che avranno esiti positivi “nel medio e lungo periodo”. Lo ha detto il professor Mario Monti, che qualcuno – come il Sole 24 Ore – ha già candidato a nuovo premier, intervenendo ad un convegno dell’Enpam.
Occorre mettersi d’accordo sui tempi. Il prof. Monti, ex commissario europeo alla concorrenza sui mercati, dimentica forse che è dal 1992 che tutte le forze politiche del centro-destra e del centro-sinistra si sono messe nella condizione di imporre – in nome del Trattato di Maastricht prima e dell’ingresso nell’euro poi – sacrifici enormi a lavoratori, disoccupati, precari, pensionati e alle loro famiglie. Venti anni sono un medio o un lungo periodo?
“Non è affatto vero che il Fondo Monetario Internazionale agisca come supervisore dell’Italia come afferma Berlusconi. La verità l’ha detto la Lagarde: siamo stati commissariati” ha detto Antonio Di Pietro a margine di un incontro dell’Idv ad Ancona. “Siano un Paese a sovranità ridotta – ha detto ancora – a scartamento ridotto. E questo, al di là dell’umiliazione di essere in una situazione di inferiorità rispetto ad altri, ha una conseguenza drammatica enorme anche sul piano economico”.
Alla consapevolezza della realtà quand’è che corrispondràe una politica conseguente? Occorre restituire le parole ai fatti.
“Mi chiedo se valga la pena di restare in Europa”. Lo ha detto il ministro Roberto Calderoli a Saluzzo durante un convegno. Il ministro della semplificazione ha fatto riferimento alla parte del Trattato di Lisbona che permette agli Stati di lasciare l’Unione e ha aggiunto: “C’è una parte del Paese che va meglio della Baviera e una parte dell’Italia che è peggio della Grecia. Ma se la nave affonda, il Nord si arrangia da solo”.
Il ministro semplificato, sbaglia. Nei trattati europei è prevista la fuoriuscita dall’Eurozona ma non dall’Unione Europea. Il ministro semplificato sogna: la Padania da sola non può uscire dall’Unione Europea né annettersi alla Baviera. Se non sogna e fa sul serio la Germania ha praticamente ridotto l’Italia come la Jugoslavia negli anni ’90.
“Essere sotto tutela ci toglie libertà e un pò di dignità”. Così il segretario Pd Pier Luigi Bersani risponde al Tg3 alla domanda se è più difficile mandare a casa un governo sotto tutela. “L’Italia – afferma Bersani – è un grande paese che sa come fare se ha un governo in grado di dirigere, cosa che non c’è e questo è davanti al mondo”.
Il governo di salute pubblica invocato da Montezemolo o quello di responsabilità nazionale al quale sta lavorando Napolitano sarà un governo indipendente e sovrano o accetterà il commissariamento dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale? Delle due ipotesi la seconda appare la più drammaticamente probabile. Invitiamo Bersani a leggersi l’intervista al prof. Luciano Canfora sull’Unità di venerdi 4 novembre… ne trarrebbe lezione e giovamento.
“Lunedì ci sarà un disastro sui mercati se tu, Silvio, resti. A torto o a ragione, il problema per i mercati e per l’Europa sei tu”. È una frase che il blog del Financial Time attribuisce al ministro Giulio Tremonti in una conversazione con il premier Silvio Berlusconi a margine del G20. Il blog, capitato sotto gli occhi dei giornalisti che hanno seguito il vertice, viene però smentito nettamente dal portavoce del Tesoro così come aveva smentito mercoledì scorso le voci di un ragionamento simile che il ministro avrebbe fatto durante un vertice interministeriale a Palazzo Chigi.
Tremonti forse non la ha detto ma sicuramente lo pensa. Se lo ha fatto ad alta voce è rimasto fregato
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