Eccolo lì! Dopo quella del primogenito di Umberto Bossi non poteva mancare la discesa in campo, politicamente parlando, di Alemanno Jr che, ci hanno informato i solerti quotidiani locali della capitale, ha deciso di praticare i sentieri che già furono battuti alcuni decenni fa dall’ormai primo cittadino di Roma. Tra un campionato di ‘cinghia mattanza’ e una serata ai piatti in discoteca, il figlio di Gianni Alemanno, nonché nipote di Pino Rauti, dovrà d’ora in poi trovare il tempo di dedicarsi alla scuola. Se non come studente almeno come delegato nella sua scuola della Consulta provinciale degli studenti. Il 16enne Manfredi, petto in fuori e pancia in dentro, è stato infatti eletto nelle liste di Blocco Studentesco, vivaio giovanile dell’organizzazione neofascista CasaPound a Roma. Dalla Roma bene – il Convitto Nazionale non è certo uno sgarrupato professionale di periferia – il figlio di Gianni Alemanno e Isabella Rauti dovrà fare i conti con l’edilizia scolastica e col caro libri. Chi l’avrebbe mai detto? Di padre (e madre) in figlio, hanno commentato in molti, sbizzarrendosi sulle eventuali soddisfazioni che il virgulto sedicenne potrà concedere a genitori e nonni. Ma anche sulle noie, visto gli sforzi che il primo cittadino della capitale sta compiendo per far dimenticare il proprio neanche tanto recente passato nelle fila dell’estrema destra romana più avvezza a menar le mani che a confrontarsi con i temi del dibattito politico e istituzionale. Qualcuno potrebbe obiettare che la paghetta settimanale di papà Gianni a Manfredi sarebbe da considerarsi una ennesima forma di finanziamento occulto a Casa Pound… Accusa che sia i fascisti del terzo millennio sia l’inquilino del Campidoglio hanno finora sempre respinto.
Comunque, bisogna dargliene atto, Manfredi ha deciso, nonostante le evidenti possibilità a portata di mano concesse dalla posizione paterna all’interno del PDL e dell’amministrazione capitolina, di cominciare il passo (ops! il gioco) dell’oca a partire dalla casella di partenza, senza bruciare le tappe come invece aveva fatto il delfino di Umberto Bossi, alla sua tenera età già think tank della Lega e consigliere regionale al Pirellone.
Il paragone tra le due vicende sembra obbligato.
A dare del ‘trota’ al suo Renzino ci aveva pensato direttamente il poco accorto genitore, in ossequio al pesce più diffuso nelle acque dei fiumi padani. In ossequio al prodotto ittico principe della gastronomia capitolina ci permettiamo questo punto di suggerire, modestamente, l’epiteto di ‘baccalà’.
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A proposito della vicenda, vi proponiamo due commenti. Il primo mette in dubbio che Manfredi Alemanno abbia il fisico per un certo tipo di attività sportive tipiche dei suoi colleghi di Blocco Studentesto. Un altro che nutre qualche dubbio sulla sensibilità del rampollo di buona famiglia rispetto ai problemi con cui devono confrontarsi ogni giorno migliaia di studenti meno fortunati socialmente…
Col senno di poi
Collettivo Militant
Marzo 2010. Due macchine arrivano a tutta velocità a Piazza Euclide, cuore pulsante della movida pariolina. Ne scendono alcuni giovanissimi, i giornali scriveranno che sono tutti “stranieri”, sembrerebbe filippini. I giovani sono determinati a vendicare l’aggressione subita da un loro amico e si avventano contro un gruppo di coetanei seduto sulle scalinate della chiesa. Volano insulti, poi calci e pugni, e alla fine, nella rissa che ne segue, gli unici a rimetterci saranno i figli della Roma bene. Tra loro c’è anche il primogenito del sindaco di Roma. Confessiamo che quando all’epoca leggemmo letto la notizia ci scattò un immediato e spontaneo moto di solidarietà. Ovviamente per i migranti. Si, vabbè, nello scontro non c’era niente di “politico”, era roba di comitive, ma è risaputo che le vie dell’odio di classe sono infinite, e spesso anche tortuose. Il fatto che tra i malmenati ci fosse anche Manfredi Alemanno, anzi , come lo ribattezzarono subito i giornali, DJ Manfro, fece diventare il fatto una “notizia”. Nei giorni seguenti più di un articolo venne infatti dedicato alla cosiddetta “emergenza baby gang” e in quasi tutti il pargolo del sindaco veniva descritto esclusivamente come una vittima. L’imberbe ragazzino, per nulla avvezzo alla politica o alla violenza e la cui massima aspirazione era gestire la consolle di qualche discoteca. Oggi leggiamo che DJ Manfro sarebbe stato eletto alla Consulta cittadina nelle liste del Blocco Studentesco, quel “simpatico” gruppo di fascisti ventenni che ama tanto aggredire gli studenti fuori dalle scuole (sempre in tanti contro pochi, sempre più grandi contro più piccoli, sempre parati dai loro amici in divisa), e il pensiero è corso a quelle due macchine di giovani orientali, chissà, magari sono ancora in giro.
Il Collettivo Senza Tregua – lista “contro la scuola di classe”, ha invece scritto:
Alle candidature dei “figli di” che vengono dalle scuole bene di Roma, opponiamo quelle di ragazzi che hanno meritato la candidatura per il lavoro che portano avanti ogni giorno, in scuole tutte rigorosamente pubbliche, per lo più di periferia. Siamo fieri dei nostri studenti degli istituti tecnici, di quanti sono stati eletti a Tiburtino terzo, Garbatella, Primavalle, Spinaceto. Come può una lista parlare di edilizia scolastica candidando il figlio dello stesso sindaco che pochi giorni fa ha vietato un corteo che chiedeva sicurezza nelle scuole? Forse il sindaco Alemanno conosce la situazione delle “scuole bene” di Roma, frequentate da chi lo circonda, ma non ha mai fatto un giro a vedere la condizione delle scuole pubbliche romane. Come al solito l’estrema destra si riempie la bocca di paroloni rivoluzionari ma poi la sera torna a casa e mangia caviale.
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