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Sito neonazista pubblica lista nera: ‘sostengono l’immigrazione’

Se era pubblicità quella che cercavano, i neonazisti del sito web Stormfront (che i media definiscono la ‘costola italiana dell’organizzazione che fa capo all’ex leader del Ku Klux Klan Don Black’) l’hanno ottenuta, dopo aver pubblicato una lista nera che comprende personaggi politici nazionali e locali, ma anche – o soprattutto – giornalisti, avvocati e sacerdoti. 

Tutti accusati di favorire l’immigrazione. Arzigogolata e improbabile la giustificazione riportata a sostegno della pubblicazione della lista nera che ha cominciato a prendere corpo già dai primi di novembre ma che è capitata sotto gli occhi dei giornalisti tra ieri e oggi: «siamo stati accusati di razzismo verso gli immigrati, che li odiamo senza motivo» scrive un certo Costantino, ma «anche gli italiani compiono atti di delinquenza. Io vorrei dimostrare che non odio gli stranieri, ma che anzi odio molto di più certi italiani. È per questo che apro questa discussione in cui vorrei raccogliere il nome di italiani che compiono atti criminali, che aiutano gli allogeni e ne traggono un tornaconto economico». Che i lavoratori immigrati vengano definiti ‘allogeni’ la dice lunga sulla concezione degli “incappucciati” italiani, così come i nick name usati dagli iscritti al forum, uno dei quali si firma ‘complotto giudaico’. E così la lista, compilata anche con l’aiuto di altri membri del forum ospitato sul sito, comprende esponenti politici di punta come il premier Mario Monti e molti dei suoi ministri, circostanza presa al balzo dai media per titolare che i nazisti prendono di mira il capo del governo. Ma a leggere bene la lista si capisce che gli obiettivi sono assai più ‘minimalisti’ e a tiro.
Il primo dell’elenco è don Ezio Segat, sacerdote della diocesi di Vittorio Veneto ed evidentemente sacerdote con cui la rete neonazi che fa riferimento a Stormfront ha a che fare; «ha preso i soldi raccolti dal veneto skin e li ha dati ai boveri fratelli immigrati» spiega Costantino. Poi ci sono monsignor Cesare Nosiglia e don Fredo Olivero. Tra i politici spiccano alcuni  amministratori locali come il sindaco di Padova Flavio Zanonato, la vicepresidente della giunta toscana Stella Targetti («bastarda immigrazionista, sei nella lista», scrive Costantino), e l’assessore all’Integrazione di Torino Ilda Curti. Tra i politici, gli esponenti di Sel a Milano Luca Gibillini, Mirko Mazzali e Anita Sonego. E poi alcuni magistrati: la pm di Torino Laura Longo che contestò l’odio etnico per alcuni scontri nel capoluogo piemontese, il giudice Domenico Galletta, e poi il gup Carlo Fontanazza che giudicò il cittadino marocchino responsabile della morte di 8 persone a Lamezia Terme. E poi ancora Antonella Consiglio, Giuseppina Di Maida e Filippo Serio, giudici del riesame.
Non mancano gli avvocati, anch’essi ‘rei’ di aiutare gli immigrati: Salvatore Staiano, Giorgio Bisagna ed Emiliano Riba, quest’ultimo avvocato dell’imam di Torino Khounati. Nel sito neonazi sono citati anche Roberto Malini dell’organizzazione Everyone, Gad Lerner, Maurizio Costanzo. E c’è chi, come un certo Flavio Giuliano, se la prende con i cattolici integralisti ma pragmatici – in fatto di affari – di Comunione e Liberazione: «A livello di danni generali alla società che può fare un negroide? Uno stupro, travolgere 8 ciclisti e beccarsi 8 anni di carcere ai domiciliari con pc connesso e facejew, un furto. Che cosa può fare invece un ciellino ? Farne arrivare 10 di negroidi. Quindi è più pericoloso un Comunione e liberazione in combutta con Caritas e banca vaticana».
Che dalle parole i neonazisti italiani passino i fatti non è detto, anche se la strage di Firenze ad opera di un militante di CasaPound e l’aggressione di un giovanissimo immigrato a Verona da parte di tre fascisti non lascia ben sperare. Che gli ambienti dell’estremismo di destra, dopo un lungo periodo passato in relativa tranquillità, abbiano deciso di venire allo scoperto sembra più che evidente. Ora la Polizia Postale, dopo il vespaio sollevato dalle richieste di chiusura del sito da parte di alcuni dei magistrati e dei politici finiti nel mirino dei neonazi, fa sapere che si sta adoperando in tal senso. Ma il sito sarebbe statunitense, anche se usato dai neonazi italiani, e quindi al di fuori della giurisdizione di Roma…

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