Parlano di ‘poteri forti’ e di ‘rivoluzione’ ma poi se la prendono con i più deboli, con le vittime, e mai con i potenti. Quanto è facile puntare il dito contro i migranti piuttosto che contro i banchieri, gli imprenditori, i politici…
E’ la lunga storia dei movimenti di estrema destra, xenofobi e neofascisti: denunciare alcuni dei mali reali inserendo nella propria propaganda di ‘pancia’ giuste rivendicazioni che rendano più appetibile e credibile il resto delle sciocchezze. Ma quando passa all’azione l’estrema destra prende di mira immancabilmente chi sta peggio, per incanalare la rabbia popolare verso chi sta sotto piuttosto che verso chi sta sopra. Anche perché chi sta sopra, di solito, intrattiene buoni rapporti con i vari movimenti xenofobi e neofascisti e non è il caso di disturbare i manovratori. In tempi di crisi, certi meccanismi diventano più espliciti.
Come a Quinto di Treviso, nel Veneto di Luca Zaia, dove un ‘gruppo di cittadini’ – che poi sono per lo più militanti leghisti, di Forza Nuova e di altre allegre sigle politiche – si sono dati ad un vero e proprio pogrom, ieri sera. Nel mirino della protesta violenta la decisione da parte della prefettura di alloggiare 101 profughi – si 101, non 1000 – all’interno di alcune palazzine in una zona residenziale. Durante la giornata la parte educata dei razzisti ha “protestato” impedendo con le cattive che gli addetti della cooperativa incaricata dell’operazione consegnassero il cibo ai migranti e prendendosela con alcune sedie. Qual è il problema che per qualche settimana un gruppo di poveri cristi trova un rifugio dove poter svolgere una avvisaglia di vita normale dopo anni passati a scappare da guerre, violenze, patimenti? «Hanno trasformato le nostre case, che abbiamo pagato col mutuo, in un campo profughi. Devono andarsene di qui» è la risposta dei residenti.
Che, in serata, hanno forzato la porta di uno degli appartamenti destinati ai richiedenti asilo – teoricamente sorvegliati da polizia e Carabinieri – e poi hanno portato in strada i mobili, i materassi e gli hanno dato fuoco realizzando un bel falò.
I fascisti di Forza Nuova, accampati di fianco al presidio ‘dei cittadini’, hanno avuto la pensata di sequestrare il mobilio sottratto dagli appartamenti allestiti per i profughi ed hanno diffuso la notizia che li vogliono ‘destinare alle famiglie che hanno subito ingenti danni a causa del tornado sulla riviera del Brenta”. Peccato che quei materassi, le reti, il resto delle suppellettili ammassate in strada abbiano già fatto una brutta fine. E che pochi giorni fa siano stati alcuni profughi di origine africana ad aiutare i residenti delle località venete di Dolo e Mira colpiti dal tornado e a sgomberare le macerie.
Sabato, come se non bastasse, a cercare di mantenere vivo l’incendio arriverà anche il boss della Lega Matteo Salvini: “Quello che sta accadendo è intollerabile, via il prefetto se non è in grado di gestire. Questi immigrati devono andar via”.
Per ora il prefetto Maria Augusta Marrosu sembra tenere testa alla canea razzista montata ad arte dai seminatori d’odio: “I residenti che hanno fatto danneggiamenti verranno denunciati. Chi si è comportato male sono gli italiani, non gli stranieri”. Ma al momento nessun bravo e integerrimo cittadino di Treviso risulta essere stato denunciato. Eppure un 65enne dipendente della cooperativa Nuova Marghera facility, che si occupa dell’accoglienza, è finito in ospedale dopo essere stato aggredito a calci e pugni dagli squadristi. «Abbiamo individuato uno di Forza Nuova e anche un giovane militare dell’esercito» denuncia il responsabile della cooperativa Marco Merciai.
“L’incendio a Treviso purtroppo non è il primo grave atto razzista e xenofobo che si verifica in Italia e rischia di non esser l’ultimo” denuncia Aboubakar Soumahoro, portavoce della CISPM (Coalizione Internazionale Sans-papiers, Migranti, Rifugiati e Richiedenti asilo) e membro dell’Esecutivo Nazionale del sindacato USB.
“Niente di sorprendente – prosegue Soumahoro – se teniamo conto dell’odio e della paura che certa politica e certe forze politiche hanno coltivato in questi anni, mesi, settimane e giorni, attorno ai ‘migranti’ in quanto causa del malessere economico e sociale dell’Italia e dell’Europa in generale. Chi semina il vento raccoglie tempesta e così alle parole seguono gli atti, anche politici e amministrativi. Come le ordinanze ‘anti migranti’ dei vari sindaci a caccia di consenso, che esprimono la vergogna e la paura di una classe politica incapace di schierarsi dalla parte dei diritti di fronte al rischio di perdere voti. Il tutto nel silenzio-assenso del Governo Renzi”.
“I fatti di Treviso non possono essere giustificati. Tocca a noi, persone accomunate da una condizione permanente e quotidiana di razzismo, sfruttamento e negazione di diritti, rispondere immediatamente, cercando una condivisione generale di questa lotta già a partire dai territori. Per questo ci riuniremo nell’Assemblea Nazionale che si terrà domani a Roma, in via Giolitti 231, dalle ore 10.00, a cui invitiamo tutti a partecipare”.
*****
Il Comunicato del Cso Django di Treviso:
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa