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Il massacro sociale e il polo della speranza

In una delle sue ultime interviste il grande regista Mario Monicelli così rispose a a una domanda sulle speranze per il futuro:  ‘La parola speranza è solo un imbroglio, serve a tener buoni coloro che dovrebbero ribellarsi, la parola che ci vuole in italia è rivoluzione”.

Nichi Vendola propone di chiamare polo della speranza il ricostituito centro sinistra di cui vuole fare parte.
Siamo ad una stanca replica della commedia. Il centro sinistra progressista, ma naturalmente anche responsabile, contro Berlusconi. Casini in mezzo che si prepara all’alleanza, ma non lo dice chiaramente perché deve tenere conto di Vendola.
Intanto i principali giornali che sostengono Monti, cioè quasi tutti, spiegano che le prossime elezioni saranno a sovranità limitata, perché chiunque governi dovrà solo portare avanti il programma di austerità e “riforme” dell’attuale governo e della BCE. La stessa cosa afferma da tempo il presidente Napolitano. E in questa repubblica presidenziale di fatto che siamo diventati, proprio per  colpa del suo primo cittadino, il più autorevole candidato alla successione è proprio Monti. Che così potrà guidare il nuovo governo, chiunque ne sia formalmente e inutilmente a capo.

Questo vogliono la Borsa, la finanza, le banche ed i signori dello spread, rispetto ai quali Bersani e Vendola non hanno nulla di serio da contrapporre.

In tutta Europa ci si scontra sulle scelte economiche di fondo, sui vincoli del fiscal compact, sul debito e le politiche di austerità. Le ultime elezioni greche hanno visto le forze di sinistra contrarie alla politica europea del massacro sociale sfiorare, seppur divise, il 35 %. In Italia invece secondo Vendola dovremmo far finta che Monti non esista e schierarci come alle elzioni del 2006. Questa sì che è negazione della funzione utile della politica, questa sì che è antipolitica.

Non deve andare così, le prossime elezioni non possono archiviare le controriforme di Monti e negare la realtà di un paese portato alla miseria da una cura europea che si vuol pure continuare. La realtà è più brutale e testarda di questi ridicoli giochi di palazzo. Ma molto dipenderà da noi che non ci stiamo.

Le prossime elezioni devono vedere in campo un fronte che da sinistra costruisca una alternativa a Monti e a chi lo sostiene e lo sosterrà. Chi ha approvato le misure di questo governo sulle pensioni, sull’articolo 18, sui tagli allo stato sociale è concretamente liberista, caro Nichi, e il principale partito che lo ha fatto è il PD.

L’unica conseguenza positiva di tutto questo è che d’ora in poi nessuno, che non sia in malafede, potrà comportarsi come se non avesse capito: si andrà avanti con un massacro sociale coperto dalle chiacchiere del polo della speranza. Questo a meno che non ci diamo da fare.

 

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