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Consulta Rivoluzionaria in piazza a Cagliari. La diretta


14.00 –  
In via Porcile un gruppo composto da una trentina di manifestanti, per lo più donne, ha tentato poco fa di forzare il cordone di poliziotti schierato a ‘difesa’ del Consiglio regionale e di entrare quindi all’interno del palazzo. Di fronte all’aumento della tensione alcuni degli organizzatori hanno invitato i manifestanti alla calma, prendendosi anche qualche fischio da una parte della piazza. Ma alla fine le manifestanti si sono allontanate dalle transenne.
Dal palco gli interventi hanno rilanciato le richieste di sovranità, in particolar modo fiscale, e accuse sono state rivolte alle aziende che dopo aver sfruttato la forza lavoro e il territorio anche grazie agli ingenti aiuti economici concessi da Stato ed Enti Locali ora abbandonano la Sardegna per altri lidi, lasciando spesso dietro di sè macerie sociali e un territorio contaminato da bonificare. Denunce anche contro Equitalia e contro la militarizzazione dell’isola e le servitù militari, ennesimo segno dell’atteggiamento colonialista dello Stato italiano nei confronti della Sardegna.

13.30 – La strada antistante il palazzo del Consiglio Regionale si continua a riempire di studenti, lavoratori, disoccupati, attivisti politici. I promotori si dicono soddisfatti della partecipazione – circa 3000 persone – tenendo conto della situazione gravissima dal punto di vista economico che non ha permesso a tutti coloro che volevano arrivare a Cagliari di poterlo fare. E considerando il fatto che la manifestazione è stata convocata di mattina in un giorno lavorativo.

13.00 – Si susseguono gli interventi dal palco, dove campeggia la scritta “«sovranità: alimentare, fiscale, energetica, ambientale». Moltissime le bandiere sarde e quelle dei movimenti politici indipendentisti che promuovono la Consulta Rivoluzionaria insieme ai movimenti sociali e territoriali.

12.00 – Sono per ora circa 2.500 i partecipanti all’assemblea del popolo sardo, organizzata dalla Consulta rivoluzionaria in via Roma a Cagliari, davanti al palazzo del Consiglio regionale. In arrivo, affermano gli organizzatori, ci sono altri pullman, bloccati all’ingresso di Cagliari. Ad aprire gli interventi sul palco è stato Felice Floris, leader del Movimento dei pastori sardi. “Vogliamo che questa classe politica, che ha portato la Sardegna al fallimento, vada via. Ci vuole un tribunale politico per giudicarli e processarli”, ha detto Floris. “L’accusa è il disastro: non sono stati capaci di trovare soluzioni per le istanze di agricoltori e pastori, nè per i commercianti. Hanno permesso che l’ultimo residuo di industria non produca più nulla, lasciando danno economico irreversibile. Abbiamo la fine delle università, la chiusura delle case dello studente. Ci candidiamo a gestire la politica e l’emergenza” (Fonte: AGI)

11.30 – Sono già alcune migliaia le persone che affollano lo spazio davanti alla sede del Consiglio Regionale di Cagliari, circondate da un imponente dispositivo di polizia. La maggior parte dei pullman provenienti dai diversi territori della Sardegna sono arrivati. In piazza ci sono anche alcune delegazioni dei lavoratori della Carbosulcis e del polo industriale di Portovesme, uno dei più colpiti dalla deindustrializzazione decise dalle aziende italiane e multinazionali. Dal palco sono iniziati da alcuni minuti gli interventi dei rappresentanti delle diverse realtà politiche, sociali e sindacali che stanno animando la giornata di lotta.

10.30 – E’ già allestito, davanti al palazzo del Consiglio regionale a Cagliari, il palco da cui prenderanno la parola organizzatori e partecipanti all’Assemblea del popolo sardo, organizzata a Cagliari dalla Consulta rivoluzionaria. Davanti a un imponente schieramento di forze dell’ordine sono radunate circa 400 persone, ma altre stanno raggiungendo l’area di via Roma, chiusa al traffico fino alla mezzanotte di oggi. Affianco al palco è stata allestita una forca con 7 cappi, per il Consiglio regionale, Equitalia, Banca d’Italia, Fmi, Agenzia delle entrate, Banco di Sardegna (Fonte: AGI)

10.00 –  Primo grande appuntamento di lotta, oggi, per la Consulta Rivoluzionaria sarda, il coordinamento nato alcune settimane fa tra realtà molto diverse ma unite su una piattaforma che fa del conflitto frontale con la classe politica locale, oltre che con il “colonialismo italiano”, il minimo comun denominatore. Un coordinamento formato dai partiti politici di sinistra e indipendentisti, dal Movimento dei Pastori Sardi, da coordinamenti studenteschi, da associazioni di artigiani e piccoli commercianti. In generale da realtà sociali e sindacali sul piede di guerra contro una situazione economica ormai insostenibile e che rivendicano una rottura netta con una gestione politica dell’isola più che fallimentare. La protesta di piazza di oggi è anche il frutto di una mobilitazione capillare e di un dibattito serrato che ha toccato molti territori dell’isola e che ha coinvolti settori sociali e forze politiche rimaste in alcuni casi inattive negli ultimi anni o che comunque non si sono coordinate con le altre vertenze in corso.

Il concentramento di migliaia di manifestanti provenienti da tutta la Sardegna è iniziato alle dieci di questa mattina a ridosso della cosiddetta ‘zona rossa’ approntata dalla Questura di Cagliari intorno al palazzo della Regione, già sede in passato di violente cariche degli agenti in tenuta antisommossa contro i pastori e altre categorie ‘troppo’ intraprendenti. Praticamente tutte le vie intorno al palazzo della Regione sono interdette al traffico e blindate: piazza Amendola, il Largo Carlo Felice, via Lepanto, via Porcile, via Dei Pisani, via Cavour, via Sardegna sono presidiate da centinaia di poliziotti e carabinieri.
Davanti al Palazzo di via Roma è stato comunque allestito un palco dal quale tutti i rappresentanti delle categorie riunite nella Consulta interverranno durante la mattinata. «Parola libera per tutti – ha spiegato Felice Floris, uno dei portavoce del Movimento pastori sardi – Inviteremo ad andare a casa chi in tutto questo tempo non è stato in grado di darci risposte».

Alla manifestazione di oggi hanno annunciato la loro partecipazione anche i gruppi mobilitati da mesi contro l’usura legalizzata di Equitalia. Obiettivo della prova di forza di oggi è quello di ‘delegittimare’ il governo dell’isola e di lanciare una offensiva politica contro i poteri forti che gestiscono la Sardegna al di là delle maggioranze politiche.

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