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Napoli. Trenta indagati per le contestazioni alla Fornero

Oggi si è svolta a Napoli l’attesa conferenza stampa da parte delle realtà di movimento sugli eventi di ieri. Essa si è tenuta nell’atrio della sede centrale della facoltà d’Ingegneria perché proprio in quel luogo ieri molti manifestanti si sono rifugiati per sfuggire alle cariche violentissime delle forze dell’ordine, le quali stavano quasi per fare il loro ingresso nel plesso stesso e hanno fatto sì fosse invaso per alcuni minuti dal fumo dei lacrimogeni.

L’evento è stato partecipato da più di un centinaio fra attivisti e qualche giornalista. Pochi gli studenti della facoltà poiché il Preside ha disincentivato la loro partecipazione stabilendo in maniera straordinaria la cessazione delle attività didattiche alle ore 12:30, circa 3 ore prima dell’inizio della conferenza stampa.

Dopo l’introduzione da parte del collettivo di Ingegneria, che ha illustrato i motivi della protesta contro il vertice sui contratti di apprendistato ed ha esternato la rabbia per la situazione venutasi a creare ieri nella sede, tutte le realtà hanno preso la parola; gli interventi hanno inteso soprattutto illustrare alla stampa la condotta violenta e criminale da parte delle forze dell’ordine durante la giornata di ieri (cariche violentissime, accanimento nei confronti dei giovanissimi studenti che scappavano, ferimento di uno di questi per via di un lacrimogeno che lo ha colpito in bocca, lacrimogeni sparati dai tetti dei palazzi del quartiere) e discorrere riguardo le prossime tappe della mobilitazione, a partire da quella di domani. A tal proposito, ciascuna realtà ha espresso la propria visione, ma unanime è stata la presa d’atto della grave e voluta insufficienza dello sciopericchio convocato dalla CGIL.

Per altro, durante la conferenza stampa è giunta la notizia che vi sono 30 indagati per la manifestazione di ieri. Inutile dire che ciò suscita l’unanime condanna.

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