Sei sagome di cartone che raffigurano degli impiccati sono comparse stamattina ad Affile (Roma) per contestare il mausoleo al ministro della Repubblica di Salò, e criminale di guerra conclamato, Rodolfo Graziani. Il mausoleo era stato inaugurato lo scorso 11 agosto. Le sagome, “impiccate” al mausoleo, al centro di molte polemiche, sono apparse al scorsa notte. Esse richiamano alla memoria visiva i combattenti libici come Omar al Mukhtar fatti impiccare proprio da Graziani durante la spietata repressione della resistenza libica all’occupazione italiana e i partigiani italiani impiccati durante la resistenza contro il nazifascismo. Sulle sagome sono state lasciate scritte contro Graziani.
Il mausoleo, al centro di ripetute contestazioni e manifestazioni, alcune settimane fa era stato imbrattato con scritte contro il gerarca fascista.
L’azione di protesta è stata rivendicata con un comunicato reso noto dall’Ansa. ”Rivendichiamo l’azione fatta all’alba di stamani al Sacrario di Affile”. Cosi’ recita un comunicato firmato dagli attivisti raccolti sotto la sigla Giustizia – Memoria – Verita’. ”Proponiamo – aggiungono – di re-intitolare il monumento al sacrificio delle donne della Ciociaria il Sacrario che e’ stato eretto, tra mille polemiche, dal Comune di Affile con i contributi della Regione Lazio (Giunte Marrazzo e Polverini). Oggi abbiamo voluto impiccare sei gigantesche e spettacolari sagome umane simboleggianti le varie tipologie di vittime (dai carabinieri leali rastrellati ai religiosi copti, dagli etiopi gasati e linciati agli ebrei italiani deportati) attraverso cartelli che riassumono i crimini e le efferatezze che fecero, fra l’altro, condannare Graziani per collaborazionismo e marchiarlo come ‘criminale di guerra’ dall’Onu.
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