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Migranti in presidio a Napoli: “i diritti non hanno nazionalità”

Presidio presso l’ufficio Immigrazione della questura di Napoli da parte dell’Unione Sindacale di Base questa mattina alle 10. Giunti sul posto i manifestanti trovano la solita interminabile fila di migranti per il rinnovo del permesso di soggiorno, scena consueta e abituale visti i dilatatissimi tempi di rilascio dei documenti. 
Così ciò che dovrebbe essere un normale iter amministrativo si trasforma, invece, per il migrante o rifugiato in una drammatica via crucis tra vessazioni da parte degli uomini delle questure, ritardi ingiustificati degli uffici preposti e costi della burocrazia che aumentano sempre di più.
Circa una cinquantina i migranti che armati di megafono, striscioni, cartelli e bandiere danno vita a una protesta che trova subito la solidarietà degli altri immigrati lì presenti per il rinnovo dei documenti.
Chiedono innanzitutto che l’ufficio immigrazione cancelli la norma interna che dimezza i tempi di durata del permesso di soggiorno facendo lievitare la tasse di commissione (dovendole pagare più volte per il medesimo periodo rispetto al recente passato) e soprattutto denunciano la vergognosa speculazione di diversi soggetti  individuali e collettivi ai danni dei migranti e rifugiati.
Infatti  il fare profitto sull’immigrazione e i drammi dei migranti sembra  sia diventato un vero settore produttivo. Croce Rossa, associazioni farlocche, funzionari pubblici corrotti, albergatori, scuole di formazione e naturalmente le agenzie di disbrigo pratiche per extracomunitari. Notevole la crescita numerica di queste ultime, ormai ne nasce una al giorno con concentrazione massima proprio nei pressi degli uffici per l’immigrazione. Nel migliore dei casi sono gestite da associazioni di migranti ma il grosso di queste agenzie è gestito da furbastri che hanno fiutato il business e hanno capito che grazie alla Bossi-Fini si fanno ottimi affari, sulla pelle dei migranti.
Qualcuno sottovoce ci dice che alcuni di questi uffici di disbrigo pratiche sono gestiti da parenti o amici di poliziotti e funzionari pubblici e se fosse realmente così molte cose si spiegherebbero. I ritardi incomprensibili, la dilatazione esagerata dei tempi, le piccole angherie quotidiane all’interno degli uffici delle questure ai danni degli stranieri. Tutto finalizzato a mantenere stabili le speculazioni e i guadagni. Ad assicurare il guadagno di pochi a danno dei tanti stranieri.
I partecipanti al presidio chiedono che una delegazione possa incontrarsi con il Dirigente Responsabile per illustrare le criticità della questione. Così mentre scriviamo un gruppetto capeggiato da Svitlana Hryhorchuk, dirigente del dipartimento immigrazione USB di Napoli, è stato ricevuto dal dirigente in questione.
La speranza è sempre che alle promesse di rito seguano poi fatti concreti. Però appare evidente che gli uffici delle questure sembrano essere parte del problema e continueranno ad esserlo fino a quando non verrà abolita quel mostro giuridico chiamato Bossi-Fini.

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