L’offensiva contro il diritto di sciopero non si ferma. Anzi cerca di sfruttare al massimo la situazione di “assenza di poteri” – e di resistenza da parte sindacale – per arrivare al risultato finale.
Alla vigilia del Giubileo, come avvenne nel 2000, “sarebbe necessario per legge che nel caso di grandi eventi di rilievo l’Autorità possa estendere l’obbligo di osservare la ‘franchigia’, periodo in cui non è possibile attuare astensioni dal servizio”. Il presidente della Commissione di Garanzia sugli scioperi, Roberto Alesse, nel corso della sua audizione al Senato ha calato la maschera: non è un “garante” dell’”equilibrio tra diritti dei lavoratori e diritti degli utenti dei servizi”, ma un semplice esecutore testamentario della fine le libertà costituzionali di ogni singolo lavoratore (il diritto di sciopero è in campo al singolo, non alle organizzazioni).
L’occasione, com’era ampiamente annunciato, viene dall’indizione del Giubileo, che richiederebbe secondo lui “una tregua dagli scioperi, oltre che per evidenti motivi di sicurezza collegati al grande flusso di utenti, anche per la tutela dell’immagine del Paese”. Non notate anche voi quel sentore di cetriolo che si alza ogni volta che si parla di “grandi eventi”, “immagine del paese”, “sicurezza”, ecc? Fateci caso: ognuna di queste frasi, da sola o nell’insieme, punta a un solo obiettivo: cancellare le possibilità di chi lavora di far rispettare un qualsiasi proprio diritto o persino gli obblighi contrattuali dell’impresa (comè successo in Tpl, dove non pagano gli stipendi…).
E naturamente Alesse non poteva non “apprezzare” che il governo abbia accolto il consiglio, avanzato anche dal suo ufficio, per l’equiparaione per decreto tra i musei e i servizi pubblici essenziali. Ma non basta, ci mancherebbe… “Sarebbe tuttavia importante che, già in sede di conversione del decreto legge, si provvedesse a introdurre la norma pro Giubileo”, in modo da blindare militarimente la conflittualità per un periodo lunghissimo, in cui ogni vertenza potrebbe essere repressa manu militari.
E siccome non vuole lasciare nulla al caso, Alesse ha suggerito anche delle “sanzioni per i singoli lavoratori” che dovessero dar vita a “scioperi selvaggi” (ovvero non approvati dal suo ufficio): “sanzione pecuniaria nella forma della sospensione del servizio e della relativa retribuzione, determinata nel minimo e nel massimo”. Pfiuu… per ora ancora non chiede l’arresto e le frustate.
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