Anche Firenze dice no alla guerra. In centinaia si sono riuniti nel pomeriggio per manifestare per le vie del centro contro la NATO, l’imperialismo occidentale e l’intervento in Libia, che appare sempre più imminente.
Il corteo convocato da Firenze Antifascista si muove tranquillo nonostante la provocazione dei fascisti di Fratelli d’Italia e Casapound che avevano indetto un presidio in un’altra piazza: al microfono si susseguono gli interventi per definire la funzione dei fascisti nel contesto attuale (che è quella storica del cane da guardia del capitalismo), dai nazisti di Pravy Sector nel governo ucraino a quelli nostrani, utili a rinfocolare un clima di paura e a distogliere l’attenzione dai veri nemici delle classi popolari.
Una tappa importante del corteo è quella davanti al Consolato Francese, un paese che mostra ancora un impostazione neo-coloniale e, come viene ricordato nell’intervento della Campagna Eurostop, è il pilastro militare dell’Unione Europea (insieme al pilastro economico tedesco).
Si conclude davanti al consolato Americano, il paese maggiormente responsabile delle politiche imperialiste e delle guerre degli ultimi sessant’anni.
Un ulteriore messaggio passa attraverso le magliette indossate da molti manifestanti su cui spicca la scritta “solidarietà 86”, in riferimento agli 86 compagni imputati di associazione a delinquere, per i quali si rilancia per il prossimo 9 aprile un grande corteo unitario di tutto il movimento fiorentino.
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DOCUMENTO DELLA RETE DEI COLLETTIVI FIORENTINI
CORTEO ANTIFASCISTA CONTRO LA GUERRA E LA NATO
Il corteo tricolore del 2 aprile, promosso da Casaggì, Fratelli d’Italia e Gioventù Nazionale, richiamerà in piazza quella componente di neofascisti o simpatizzanti di estrema destra che, all’insegna del morboso nazionalismo e della xenofobia, si stanno facendo sempre più pubblicità strumentalizzando il contesto attuale. La situazione di profonda instabilità che caratterizza il Medio Oriente e il Nord Africa sta condizionando in maniera più o meno diretta la politica sociale europea. Non è un segreto che alla radice dei conflitti, radicati ormai da anni in queste regioni, vi sia proprio la politica imperialista portata avanti dalle grandi potenze mondiali che a partire dal primo ottocento hanno imposto una completa sottomissione economica delle risorse e dei mercati perseguendo scopi utilitaristici e di dominio. In tal modo si è reso particolarmente complesso, se non impossibile, quel processo di emancipazione economica e di sviluppo sociale che avrebbe dovuto investire molte delle aree in questione a partire dal secondo dopo guerra.
A peggiorare la situazione di instabilità un ruolo da protagonista è stato senza dubbio rivestito dalla progressiva espansione del tanto temuto Stato Islamico che si è resa possibile, tra gli altri fattori, proprio dall’acquisto di ingenti quantità di armi da tutte quelle potenze occidentali imperialiste che oggi si propongono come “paladini della giustizia e della civiltà”. Una volta assodato il fatto che le politiche imperialiste delle potenze occidentali abbiano contribuito largamente a deteriorare il contesto mediorientale ed africano, è necessario anche far fronte ad una situazione interna alla popolazione europea anch’essa destabilizzata.
Di fronte ai ripetuti attentati del Califfato che hanno attaccato direttamente “lo spirito democratico e civilizzatore europeo” si sta facendo sempre più largo un pericoloso sentimento di paura e chiusura verso le diversità che è ovviamente pane per i denti dei fascisti. La strumentalizzazione degli atti terroristici e della questione degli immigrati che scappano quotidianamente dalle guerre che la stessa Europa ha contribuito ad alimentare, risulta più che funzionale a tutta quelle politiche di destra che mirano ad accrescere l’odio e il razzismo nelle menti dei cittadini spaventati. Non è dunque un caso che i fascisti abbiano da tempo scelto come slogan la frase “Prima gli italiani” che tanto è capace di sfruttare schiettamente le problematiche sociali di chi, come gli immigrati, vive realmente in prima persona i drastici effetti di una guerra che appartiene solamente alle subdole ed egoistiche politiche imperialiste e che dunque non ci appartiene. Inutile nascondersi dietro la convinzione che “noi europei non ci faremo condizionare e spaventare dall’azione dell’ISIS” promossa da molti politici ed autorità.
I fatti concreti parlano di una ritrovata popolarità di figure tristemente famose del calibro di Salvini, Le Pen, Trump che, posti a capo dei partiti di estrema destra, aumentano continuamente i propri bacini di utenza promuovendo quegli ideali di nazionalismo e xenofobia che vengono ripresi in maniera diretta anche dai fascisti fiorentini di Casaggì e Casapound. La pericolosa situazione che ancora una volta si sta delineando è quella di una netta contrapposizione tra il blocco NATO-USA e la RUSSIA che rispolvera dunque tutte quelle dinamiche di continua conflittualità derivanti dal secolo scorso. L’azione mirata di entrambi i blocchi contro l’ISIS suscita però un’evidente contraddizione: se da una parte l’UE finanzia la Turchia pur essendo consapevole delle probabili relazioni che essa ha avuto (e che potrebbe avere tutt’ora) con lo stato nero del califfo Al-Baghdadi, dall’altra la Russia appoggia il regime sanguinario del siriano Assad (è notizia degli ultimi giorni la riconquista di Palmira da parte di quest’ultima fazione).
La verità è che al giorno d’oggi l’alta politica è interessata maggiormente a non incrinare i complessi rap- porti politici tra le varie potenze che non ad intervenire concretamente per migliorare la situazione sociale ed economica dei paesi sottosviluppati figli del colonialismo aggressivo che hanno subito da due secoli a questa parte. Come Rete dei Collettivi Fiorentini ci sentiamo di ribadire come la lotta al fascismo debba necessariamente essere connessa alla lotta all’imperialismo ed al capitalismo nella forma attuale a cui è giunto. L’ideologia fascista che si sta facendo avanti in maniera sempre più convinta deve essere respinta quotidianamente per ribadire invece che la guerra del capitale e delle potenze imperialiste non ci appartiene e mai ci dovrà appartenere.
Rete dei collettivi fiorentini
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