I conti si faranno alla fine, ma lo dico in anticipo: non risponderò ai commenti.
Oggi pomeriggio, il Comitato per il no al referendum ha riunito il suo popolo in Piazza del Gesù. Ho pensato di andarci, nonostante le riserve che ho sul Comitato, perché considero questa battaglia una di quelle che si combattono sull’ultima spiaggia, in un’Europa sempre più autoritaria. Non una discussione accademica, ma una chiamata alle armi e un appello alla resistenza, dopo le sanguinose pugnalate che il partito e il governo di Renzi hanno vibrato alla democrazia. Colpi gravissimi:
- una riforma voluta da un governo che si mantiene in piedi col voto di Alfano e l’appoggio di Verdini, nonostante dalle urne sia uscito un voto per un governo senza e contro le destre;
- la fiducia accordata al governo da un Parlamento che non ha mai sfiduciato il precedente Ministero;
- un Parlamento mai eletto, sul quale pende la sentenza della Consulta, che ha dichiarato costituzionalmente illegittima la legge da cui è nato;
- la discussione in aula soffocata da regolamenti antidemocratici;
- il ricatto della crisi di governo;
- i ministri che minacciano gli elettori di tagliare i fondi alle città che votano contro il PD.
Si potrebbe continuare, ma basta e avanza. Io pensavo a una manifestazione che accendesse la piazza di passione, ma ognuno dà quello che ha e non è stato così. Pazienza. A un certo punto, però, come non avesse chiaro qual è la posta in palio, il Comitato ha ritenuto di non dare la parola al sindaco uscente, Luigi De Magistris, perché, è stato detto, «non sarebbe corretto: ci sono i ballottaggi».
Scorretto per chi? Per Lettieri, che voterà sì? Scorretto per il PD, che è impegnato in prima linea a Roma e a Torino contro i 5Stelle? Ma è il PD che sta uccidendo la Costituzione, non i 5Stelle! Che Comitato è mai questo e in che modo pensa di difenderla la Costituzione? Coprendo le spalle al PD che la sta massacrando?
Così non si difende nulla. Così si dà una mano agli aggressori.
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