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Salvini a Napoli, miseria e ignobiltà

Il giorno di Salvini a Napoli. La prima volta da ministro in città. Nella città dove alle ultime elezioni nazionali ha raccolto solo l’1%. La percentuale più bassa avuta dalla neonata Lega nazionale alle politiche.

L’ultima volta poi che aveva messo piede in città, come leader della coalizione Noi con Salvini, non gli erano stati concessi spazi comunali da parte dell’amministrazione De Magistris ed era intervenuto in prima persona il ministro Minniti per permettergli di parlare a un centinaio di persone giunte da tutto il sud. In più un imponente corteo di oppositori aveva manifestato in città ed era anche stato caricato dalla polizia.

Poco più di un anno dopo sembra tutto un altro mondo. Salvini adesso ritorna, ma comandando lui direttamente, da ministro, le forze di polizia e soprattutto dal 4 marzo in poi è iniziato anche qui a Napoli lo sdoganamento dei razzisti leghisti da parte dei Cinque Stelle. Che invece alle ultime elezioni in città hanno fatto il  boom. Poco più del 50% dei voti con punte del 60% nei quartieri ex industriali dell’area est e in quelli dell’area nord. Un plebiscito che aveva visto come candidato più votato l’attuale presidente della Camera Fico. che ancora a tutt’oggi è l’unica voce grillina critica con il razzismo della Lega.

Salvini, visto i precedenti, ha comunicato soltanto all’ultimo momento il giorno della sua visita, non dando quindi modo a eventuali contestatori di organizzarsi adeguatamente.

Furbescamente il suo giro cittadino inizia dal rione Vasto, zona laterale alla stazione centrale e da un paio di decenni area multietnica della città. Da qualche anno però la Prefettura ha insediato in quella zona una quindicina di Cas (i centri di accoglienza straordinaria gestiti dal ministero degli interni) ovvero alberghetti a una o due  stelle che sono stati riempiti di migranti in attesa di accoglimento di domanda di asilo politico o protezione umanitaria.  I problemi non sono tardati ad arrivare e i conflitti tra residenti e migranti sono via via aumentati.

La destra cittadina, che in città fa molta fatica, ne ha subito approfittato per soffiare sul fuoco, trasformando una rabbia legittima in paranoia antimigranti, in intolleranza razzista.

Da Casapound a Fratelli d’Italia, da Noi con Salvini a Forza Nuova, tutti hanno cavalcato il disagio del quartiere portando i propri leader nazionali in queste strade.

Anche oggi Casapound aveva preparato un comitato d’accoglienza nel quartiere per il loro “capitano” ma Salvini si è smarcato da tale abbraccio e ha fatto per conto proprio. Ha attraversato un paio di strade ricevendo fischi e pernacchie (pochi),  ma anche applausi dai balconi.  Addirittura si racconta che alcuni nigeriani gli abbiano manifestato la loro simpatia in quanto d’accordo con la Lega sul fatto che chi non lavora vada a casa. D’altronde se vi sono napoletani diventati leghisti perché sorprendersi che alcuni africani siano affetti da simili problemi psichiatrici?

Il capitano ha poi parlato a un po’ di gente del quartiere promettendo un centinaio di nuovi agenti di polizia in città e poi si è recato alla parrocchia del Buon Consiglio dove vi è un prete a lui affine ideologicamente e dove, di fronte a telecamere e taccuini, hanno messo in piedi una scenetta propagandista. Il razzista e il prete a benedire il suo razzismo.

Il giro in città è proseguito poi in Prefettura a Piazza Plebiscito per l’incontro con le autorità locali. Qua ,al corteo messo in piedi in poche ore dall’area antagonista con concentramento in Largo Berlinguer è stato impedito di arrivare , costringendolo a inerpicarsi nelle vie dei Quartieri Spagnoli e a fermarsi in via Chiaia . Composizione soprattutto giovanile, ovvero studenti e centri sociali ma presenti anche attivisti di Potere al Popolo e il settore sociale Asia dell’Usb. Presenti anche molti migranti.

D’altronde appena qualche giorno fa in un’intervista al Mattino (che negli ultimi tempi ha cambiato il proprio direttore in quanto la proprietà Caltagirone non lo considerava sufficientemente filogovernativo) il neo ministro ha promesso di chiudere tutti i centri sociali cittadini. E qui Salvini mostra di non essere sufficientemente informato sulle realtà occupate napoletane. Qui i centri sociali, a differenza che in quasi tutto il resto d’italia , godono di consenso popolare. Nei quartieri dove sono ubicati interagiscono con la popolazione residente senza problemi. Anche perché con il loro mutualismo vanno ad integrare o sostituire  gli scarsi e inadeguati servizi sociali delle istituzioni .

Per i supporters salviniani nessun problema invece. Qualche centinaio di persone ha così potuto stazionare di fronte la Prefettura con striscioni di benvenuto al ministro e intonando slogan razzisti contro i migranti. Inquietante la presenza di una cinquantina di lavoratori marittimi che volevano che il ministro perorasse la loro causa ovvero di impedire ai lavoratori stranieri di lavorare sulle grandi navi da crociera togliendo lavoro agli italiani.

L’incontro in prefettura è stato ovviamente interlocutorio, visto anche le evidenti finalità propagandiste del ministro e a parte il centinaio di poliziotti in più (medesima promessa avevano fatto anche i precedenti ministri dell’interno Alfano e Minniti) e qualche roboante frase sulla fine imminente della Camorra, nulla di memorabile. Scontato lo scontro tra sindaco e ministro con il primo che ha chiesto che venissero rimossi gli impedimenti della Corte dei Conti nei confronti del comune di napoli in pre dissesto e permettere così all’amministrazione napoletana di distribuire servizi e assicurare manutenzione e cura  ai beni cittadini.  Ed ha additato il ministro come colpevole di fomentare la guerra tra poveri, ora anche a Napoli.

Il ministro si è sorpreso delle dure parole del sindaco affermando che all’incontro istituzionale fosse stato invece collaborativo e cordiale. E si fosse invece lamentato di non avere sufficienti vigili urbani e avere invece 4500 case comunali occupate. Ha poi  promesso, il ministro, di ritornare qui in città a novembre per il solito comitato Ordine e Sicurezza .

Nessuna sorpresa quindi nel giretto napoletano di Salvini. Il rione Vasto è stato il vero core-business della sua visita. Sa che qui a Napoli non capiteranno altre molte occasioni per ricevere consenso e l’emergenza Vasto non sarà infinita. Così cerca di lucrare tutto il possibile ora approfittando anche della copertura che il primo partito cittadino, i 5s, gli sta assicurando. I fascisti locali si stanno tutti trasformando in circoli di Noi con Salvini ma non sono sufficienti per assicurarsi un corposo peso elettorale a queste latitudini e cerca di sfondare utilizzando il ruolo di ministro, facendo da sé insomma.

Vedremo se la “padanizzazione” dell’opinione pubblica napoletana continuerà e se “il Capitano” potrà festeggiare come un novello Cavour la conquista del Meridione o se la parte migliore e cosciente della città riuscirà a costruire un argine agli invasori.Quelli veri

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