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Roma Siamo Noi! Settimana di mobilitazione in memoria di Fabrizio Ceruso

L’8 settembre del 1974, trentun anni dopo la firma sull’armistizio del Generale Badoglio con gli Alleati che sanciva il “passaggio di fronte” del Regno d’Italia nella seconda guerra mondiale, nonché la fine delle enormi incertezze successive alla sfiducia di Mussolini votata dal Gran Consiglio del Fascismo a fine luglio, accadeva un altro fatto decisivo, stavolta almeno per la città di Roma: Fabrizio Ceruso, diciannovenne di Tivoli, muore a San Basilio ucciso da un proiettile sparato dalla Polizia mentre difende gli occupanti di San Basilio dai tentativi di sgombero portati avanti in un clima da “guerra civile”.

Sono passati quarantacinque anni da quel tragico evento, ma la Roma che non finisce sulle cartoline dei turisti non ha mai dimenticato l’esempio portato in strada da Fabrizio, nel frattempo divenuto a buona ragione il simbolo di chi lotta per il diritto a una casa per tutti.

E così, anche per quest’anno la storia si ripete – tutt’altro che come farsa, verrebbe da dire – e si propaga per tutto quel quadrante della Tiburtina, da San Basilio fino a Casal Bertone, testimone diretto delle lotte di quei giorni del 1974 (a riprova della loro importanza, per esempio, alcuni degli sgomberati di “Sanba” trovarono letteralmente rifugio in alcune case di Casal Bruciato, dove vivono ancora oggi).

Roma Siamo Noi! è infatti il titolo di una settimana di mobilitazione che vedrà impegnate, dal 3 all’8 settembre, le storiche borgate della periferia est romana, che nel nome di Fabrizio porteranno, scrivono gli organizzatori, “al centro dei nostri quartieri le battaglie di quegli anni per collegarle alla situazione attuale, con l’obiettivo di difenderci da sgomberi e repressione, di rivendicare il diritto alla casa e agli spazi sociali, per una città libera, aperta e solidale”.

Una “situazione attuale” che vede la Tiburtina, specialmente quella che si estende oltre il quartiere universitario, deturpata dalle luci delle sale slot e dal buio del menefreghismo comunale, da un livello di abbandono scolastico più alto della media cittadina e un tasso di disoccupazione invece più elevato, dalle passerelle elettorali delle ultime amministrazioni, indipendentemente dal loro colore, a cui non è mai seguita una progettualità politica che rimettesse al centro di un piano di sviluppo i quartieri popolari della periferia romana.

Ma se questo in qualche modo ha sempre trovato spazio nei media più seguiti, ciò che Roma Siamo Noi! vuole raccontare è quel volto che non trova spazio nella narrazione principale della borgata, e che tuttavia esiste radicato in un modo di vivere che cozza violentemente con l’immagine del “cittadino modello” del XXI secolo, caratterizzato (o almeno così lo si vorrebbe) dall’individualismo e dalla competitività più sfrenati.

Nei giorni in cui al Quirinale si succedono i balletti per le poltrone che non contano (ma che qualcosa fruttano, anche se da tempo le decisioni, quelle vere, sono dettate dall’agenda di Bruxelles) e a Biarritz, nel G7 tenuto in Francia, si passa una mano di trucco (pesante) per coprire la recessione economica, la competizione dei dazi e le bombe del Medioriente, i quartieri popolari si organizzano e chiamano alla mobilitazione per riprendere in mano quel futuro segnato dall’incertezza, con l’intento, perché no, di cambiarne rotta e dunque destino.

Venendo al programma, si partirà martedì 3 settembre proprio da San Basilio, con una festa popolare che convoca i residenti e non solo alle ore 17 in via Morrovalle per un’esibizione di pugilato gestita dal circuito delle palestre popolari cittadine. A seguire, “Storie di riscatto e dignità dei quartieri”, con la presenza straordinaria di Alessandro Mannarino e Zerocalcare, cantori e disegnatori della Roma verace e solidale, e di militanti della lotta per la casa locali. Per finire, il concerto gratuito di Franco Ricciardi, napoletano, artista simbolo della voglia di riscatto di Scampia e della borgata tutta.

Mercoledì 4 ci si trasferirà, a partire dalle ore 18, in piazza di Donna Olimpia, per portare al centro del dibattito il razzismo sociale caratteristico dell’amministrazione regionale targata Partito democratico-Zingaretti, che vorrebbe quel quartiere al di là del Tevere come un quartiere ghetto per soli poveri.

Il 6 settembre, venerdì, dalle ore 18 sarà la volta di Casal Bruciato. Dapprima, la guerra contro i poveri, la lotta per la casa e la storia di Fabrizio Ceruso verranno raccontate attraverso le foto di Tano D’Amico, “obiettivo” storico della capitale. A seguire, in piazza Balsamo Crivelli verrà invece proiettato il documentario “San Basilio. Storie de Roma”.

Sabato 7 sarà il giorno del corteo cittadino in memoria di Fabrizio che, come da tradizione, si svilupperà per le strade di san Basilio. L’appuntamento è alle 16 in via Fuminata, all’altezza della lapide in ricordo del diciannovenne di Tivoli.

L’ultima giornata, domenica 8 settembre, sarà invece divisa in due appuntamenti: la mattina, ore 11:30, in piazza Santa Croce a Tivoli verrà posato “Un fiore per Fabrizio”. Lo stesso prenderà luogo alle 16:30 anche alla lapide di San Basilio (via Fuminata), mentre un’ora dopo ci si sposterà di duecento metri in via Morrovalle, all’altezza della “Balena”, per l’assemblea di Roma non si chiude, percorso cittadino che attraverserà l’intera settimana di mobilitazione.

“Per noi – scrivono ancora gli organizzatori – la mobilitazione in ricordo di Fabrizio, così come quelle per Renato Biagetti (Renoize, 31 agosto) e Walter Rossi (30 settembre) che cadono nello stesso periodo, non è solo un dovuto atto di commemorazione, ma il modo per far vivere la loro memoria nelle lotte attuali. Vogliamo farlo a partire da San Basilio e dalla Tiburtina, solcata da tensioni sociali, deturpata da sale slot e abbandono, colpita da sfratti e sgomberi, ma al tempo stesso attraversata da tante esperienze di organizzazione e autogestione che smentiscono l’immagine falsata di una periferia in mano alla criminalità organizzata e incline a cedere alle sirene della guerra tra e contro i poveri”.

Se l’autunno si vede dal mattino, questo potrebbe finalmente esserne l’inizio di uno bello caldo. E le borgate solo sanno di quanto ce ne sarebbe bisogno.

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