Mentre gli imbecilli guardano il dito – ogni giorno ne viene mostrato uno diverso – la luna Draghi inanella una porcata dietro l’altra.
L’ultima novità, accuratamente nascosta da ogni fonte di informazione mainstream, riguarda il vecchio cavallo di battaglia leghista: la cosiddetta “autonomia differenziata”.
Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) 2021, che contiene l’indicazione dei principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica per il triennio successivo. Si tratta di un documento assai rilevante per comprendere il quadro complessivo degli interventi previsti nella prossima legge di bilancio, nonché delle “riforme” in cantiere.
A completamento della manovra di bilancio 2022-2024, il governo dichiara 23 Disegni di legge collegati alla decisione di bilancio. Sono provvedimenti che dovranno esser presi, di cui è per ora ignoto il contenuto tecnico.
Ma il già solo il fatto di essere “collegati alla Nadef” – che è una decisione di bilancio fatta nel solco dei trattati europei – toglie la possibilità che ognuna di queste decisioni “per decreto” possa poi essere sottoposta a referendum popolare abrogativo.
Tra i 23 Ddl c’è per l’appunto quello intitolato “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, comma 3, Costituzione“. I cui contenuti sono stati lungamente chiariti e discussi negli anni scorsi, quando la Lega ne pretendeva l’approvazione immediata.
Ovvio che ci saranno delle modifiche qua e là, ma è altrettanto noto che l’impianto complessivo, la “logica” dell’autonomia differenziata, va in direzione di una frammentazione regionale della capacità di spesa relativamente a molti ambiti che, nell’insieme, costituiscono i diritti universali garantiti in egual modo dalla Costituzione a tutti i cittadini, a prescindere dal territorio in cui abitano.
Materia sicuramente complessa, cui abbiamo dedicato due anni fa un dossier in ben quattro puntate che, se pure non esaurisce l’analisi, certamente restituisce il quadro e la “logica”.
Le potete consultare intanto qui, nell’ordine:
I punti più sensibili, sia dal punto di vista dei diritti universali, sia per l’entità delle risorse che vengono in questo modo “dirottate” dalle regioni povere a quelle più ricche (al Nord, insomma), riguardano certamente l’istruzione e la sanità.
Può sembrare incredibile fare un’idiozia del genere – o una bastardata inqualificabile – durante una pandemia che ha dimostrato l’inefficacia assoluta della “sanità differenziata” proprio in quelle regioni che ne rappresentavano “l’eccellenza” (Lombardia uber alles, naturalmente).
O, altrettanto grave, dopo il conferimento del premio Nobel per la fisica a Giorgio Parisi, che dimostra invece come l’eccellenza nella ricerca scientifica può essere garantita solo da un sistema pubblico nazionale, che garantisce pari condizioni di partenza e lavoro a tutti i ricercatori.
Un sistema svuotato a forza di tagli ai finanziamenti, ma ancora vitale. E di cui proprio Parisi, con molta lucidità anche nel momento della festa, chiedeva l’implementazione delle risorse.
Ma c’è anche della chiara complicità politica tra Draghi e la Lega, proprio nei giorni in cui massimo è sembrato “lo strappo”, motivato dalla previsione di una riforma del catasto, comprensiva di una “revisione degli estimi” e dunque di un aumento della tassazione sugli immobili.
Anche il tonitruante ma zoppicante Salvini sa che, su questo punto, non può ottenere nulla, perché la riforma del catasto (e delle tasse sulla casa) è una delle 528 condizioni imposte dall’Unione Europea per accedere ai fondi del Recovery Fund (o Next Generation Ue). “Lo vuole l’Europa”, gli ripetono tutti, e a maggior ragione il “commissario europeo al Pnrr”, ossia Mario Draghi.
Ma anche Draghi è consapevole che il suo calante “alleato” – e soprattutto la fascia di piccola e media borghesia settentrionale – ha bisogno di “portare a casa” un trofeo da sbandierare.
L’”autonomia differenziata” è il dono perfetto, a questo scopo. Anche perché il Pd è da anni assolutamente “complice” della Lega su questo punto.
Non ultimo, anche l’Unione Europea, sull’autonomia differenziata, non ha nulla da obiettare. In fondo quel “modello” lì è molto simile a quello adottato a livello continentale: drenare risorse e cervelli dalle aree più arretrate (la Grecia insegna…) e dirottarle verso i centri direzionali delle filiere produttive.
That’s all folks! E mi raccomando… continuate a votare “il meno peggio” per “arrestare l’avanzata delle destre”. Questo vi tocca…
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