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Padova. Contestato Bolsonaro. Idranti e manganellate contro la manifestazione

Prima ad Anguillara Veneta e poi a Padova, centinaia di attivisti solidali con il popolo brasiliano hanno contestato la visita e la vergognosa concessione della cittadinanza a Jair Bolsonaro, l’ex militare diventato presidente del Brasile. Le contestazioni sono state talmente rilevanti che Bolsonaro ha dovuto annullare la sua visita alla Basilica di Sant’Antonio da Padova.

Le attiviste e gli attivisti avevano manifestato sia la mattina ad Anguillara Veneta che nel pomeriggio a Padova dove era prevista una visita di Bolsonaro alla Basilica di Santo Antonio.

I giovani hanno subito una prima carica della polizia quando hanno cercato di avvicinarsi al cordone di sicurezza intorno alla basilica. Poi sono intervenuti anche gli idranti per disperdere i manifestanti senza però riuscirci. Una ragazza risulta fermata, durante la prima carica.

Bolsonaro è stato eletto presidente del Brasile nel 2018, in un’elezione falsata dall’arresto e dall’esclusione illegittima dell’ex-presidente Lula, e da allora rappresenta una minaccia per la democrazia brasiliana e per tutte le forze politiche progressiste e i movimenti sociali che la animano.

Non si è mai preoccupato di nascondere il suo apprezzamento verso la dittatura militare che dal 1964 al 1985 ha governato il paese grazie a tortura e repressione, ha attaccato la comunità LGBTQI+ (le indagini sull’omicidio dell’attivista e consigliera comunale di Rio de Janeiro Marielle Franco sono arrivate a coinvolgerlo), ha promosso politiche neoliberiste contro i lavoratori e le lavoratrici e le classi popolari del Brasile, ha portato avanti la distruzione di terre e aree della foresta pluviale amazzonica scagliandosi contro i popoli indigeni, incoraggiando furti, attacchi alle comunità e uccisioni, e sostenendo il mondo dell’agribusiness, gestito da multinazionali che per produrre ed esportare cibo (soia e carne in primis) distruggono senza alcuno scrupolo le basi materiali della vita di milioni contadini ed interi ecosistemi

Senza contare che il modo in cui Bolsonaro e il suo governo hanno gestito la pandemia ha portato il Brasile a contare oltre 20 milioni di contagi e ad essere il secondo paese al mondo per decessi (oltre 600.000).

Proprio pochi giorni fa, mentre la sindaca di Anguillara preparava la cerimonia di lunedì 1 novembre, una commissione del Senato brasiliano presentava un rapporto in cui si afferma che Jair Bolsonaro deve essere accusato di crimini contro l’umanità per la risposta all’epidemia di Covid che ha provocato uno stratosferico numero di decessi, oltre che per uso illegale di fondi pubblici, falsificazione di documenti e promozione di false cure.

Già un anno fa, nel settembre 2020, questa situazione aveva prodotto una mobilitazione internazionale, promossa da numerose organizzazioni politiche, sindacali e sociali brasiliane con lo slogan “Fora Bolsonaro!

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