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A Roma “la Lupa” diventa un movimento studentesco nazionale

Si è da poco conclusa la prima assemblea nazionale del Movimento la Lupa, lanciata prima di natale sulla valanga di occupazioni delle scuole romane a seguito della prima triade autunnale Rossellini-Albertelli-Ripetta.

Una due giorni come non si vedeva da tampo, centinaia di studenti da tutta Italia, da Catania a Treviso, in rappresentanza di decine e decine di collettivi delle scuole del paese.

Nel pomeriggio di ieri (sabato 5 febbraio) c’è stato spazio per il racconto di tutte le esperienze che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, con le occupazioni che da Roma sono straripate nelle altre città e hanno coinvolto migliaia di studenti e studentesse.

Stamattina invece è stato il momento della pars costruens, con un confronto politico serrato che ha costruito una piattaforma rivendicativa e soprattutto ha lanciato il 18 febbraio come prima data di mobilitazione nazionale del movimento.

Una discussione vera, con un livello di dibattito molto elevato e non racchiuso, come raccontiamo da mesi su questo giornale, solo nello specifico della condizione studentesca.

Una discussione forte dei centomila studenti scesi in piazza venerdì, a cui la madre di Lorenzo – il ragazzo morto di alternanza scuola-lavoro – ha dedicato un pensiero speciale: “sono stati una carezza per mio figlio”.

L’abolizione dell’alternanza (Pcto, come la chiamano adesso) senza se e senza ma è il punto di raccolta della Lupa, che proprio venerdì a Roma ha avuto modo di allontanare senza complimenti dalla piazza la Rete degli Studenti Medi (Rsm), la giovanile di movimento della Cgil che provava a smorzare la posizione studentesca sulla questione e ad annacquare il livello di conflittualità politica espressa dagli studenti (per apprendimenti, leggi qui).

Ma la “maturità” del pur neonato movimento emerge non tanto dalla radicalità delle posizioni sulle questioni specifiche, ma dall’orizzonte entro cui questo vuole muoversi: l’unione delle lotte.

La presenza ieri e oggi di lavoratori del sindacalismo conflittuale segna il passo da tenere, quello della ricerca di una convergenza tra le lotte degli studenti e quei focolai di resistenza presenti nel mondo del lavoro, soprattutto operaio o nel settore della logistica (dai porti ai magazzini al trasporto merci).

In discussione dunque non c’è più solo il fallimento della DaD, la follia degli scaglionamenti, l’inadeguatezza degli edifici scolastici, la precarietà del personale, l’incapacità del governo (da quello Conte a quello Draghi) di produrre soluzioni ragionevoli alla difficile condizione pandemica, gestita come peggio non si poteva.

In questione c’è il fallimento di un modello di società, il capitalismo per come affermatosi storicamente nella forma della “democrazia liberale occidentale”, anche di quelle nate dalle costituzioni antifasciste del Secondo dopoguerra – dopotutto, Buona scuola, Jobs Act, riforma del Titolo V o dell’articolo 81, la Turco-Napolitano ecc., tutte leggi contro cui la costituzione ha potuto ben poco.

Un fallimento che emerge con forza nel modello scolastico odierno, imperniato sul concetto di scuola-azienda per come imposto dall’Unione europea, di asservimento alle richieste padronali e del mercato del lavoro (di cui l’uccisione di Lorenzo ne rappresenta l’esempio più drammatico), fatto di competenze specifiche e settoriali, e non di conoscenza e spirito critico.

È il mondo in un tornante storico importante, in cui gli studenti vogliono cominciare a correre verso una società più giusta, senza tentennamenti o compatibilità di sorta con chi sfrutta il lavoro, depreda l’ambiente, uccide per profitto, rallenta il movimento per convenienza.

Noi studenti abbiamo una responsabilità storica e politica”, dice Tommaso in chiusura della due giorni, “i grandi movimenti che hanno cambiato la storia del Novecento hanno avuto il coraggio di reclamare un posto nel mondo. Noi dobbiamo riannodare i fili con la storia del movimento rivoluzionario e unire le lotte con i lavoratori. Studenti e lavoratori insieme sono benzina sul fuoco di questo sistema”.

Un programma di lotta ambizioso, come solo chi vuole cambiare il mondo può avere. Altro che “buona alternanza”…

Di seguito, il comunicato dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa appena diramato sulla due giorni, una delle organizzazioni che hanno dato vita alla Lupa e tra le più attive in questo ciclo di mobilitazioni.

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L’OPPOSIZIONE STUDENTESCA A DRAGHI CRESCE: RILANCIAMO IL CONFLITTO IN TUTTO IL PAESE

Riflessioni e prospettive dall’assemblea studentesca nazionale a Roma

L’assemblea studentesca nazionale di ieri e oggi a Roma rappresenta un avvenimento politico che segna uno scarto importante nel movimento studentesco: più di 400 studenti da tutta Italia, da Aosta a Palermo, si sono riuniti per discutere in maniera unitaria, ma su un terreno di dichiarata conflittualità le prospettive e le proposte da portare avanti dentro e fuori gli istituti scolastici.

Da anni non si vedeva un’assemblea nazionale che riunisse tutte le realtà che agiscono al di fuori e contro le compatibilità delle organizzazioni studentesche organiche al centrosinistra.

Le parole d’ordine uscite dalla due giorni romana parlano di un modello di scuola da abbattere, costruito a immagine e somiglianza di un modello di sviluppo capitalista individuato da tutti gli studenti presenti come irriformabile.

Ma non solo, l’assemblea ha assunto come prospettiva la necessità di tenere insieme le battaglie contro lo sfruttamento nel mondo del lavoro e operaio e la crisi di prospettive che vivono le giovani generazioni. Interventi dal coordinamento dei lavoratori portuali dell’Unione Sindacale di Base, dei lavoratori della logistica napoletani, della Gkn di Firenze hanno rilanciato l’alleanza di classe tra studenti e operai.

La scrittura di una piattaforma nazionale comune e il lancio della mobilitazione nazionale del 18 febbraio in opposizione al governo Draghi sono un passo in avanti importante nel movimento studentesco.

Ringraziamo tutte le realtà studentesche per aver raccolto l’appello per costruire l’assemblea nazionale lanciato al Miur con la mobilitazione del 17 dicembre.

Gli studenti lanciano un messaggio a tutto il paese: accendiamo la miccia del conflitto, organizziamoci per costruire la forza, rimettiamo in moto la storia.

Video dell’intervento di chiusura dell’assemblea nazionale della “Lupa”.

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