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L’Italia è coinvolta in guerra, fino al collo. Tiriamola fuori

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha confermato davanti al Copasir i contenuti del quinto decreto interministeriale che autorizzerà l’invio di altri mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina in guerra con la Russia. Il decreto dovrebbe essere firmato entro la fine di questa settimana. Il provvedimento verrà dunque adottato dal governo dimissionario presieduto ancora da Draghi in attesa dell’insediamento del prossimo esecutivo che dovrebbe vedere Giorgia Meloni, come nuovo presidente del Consiglio.

Ma i due erano e sono sostanzialmente d’accordo sulla linea guerrafondaia da seguire in Ucraina. L’obbedienza ai diktat della Nato non viene messa in discussione dai tecnocrati nè dalla destra nè dal Pd.

Il governo, come noto, è stato autorizzato proprio dalla stragrande maggioranza di Camera e Senato, nella scorsa primavera, a inviare armi in Ucraina senza dover necessariamente passare da un voto per ogni nuovo decreto, almeno fino alla fine di quest’anno.

La decisione italiana di inviare altre armi in Ucraina si è beccata un ironico tweet dell’ambasciata russa a Roma, pubblicato poche ore dopo l’audizione del ministro Guerini al Copasir e che somiglia molto ad una risposta di Mosca al decreto: “Le forniture di armi all’Ucraina non aiutano a risolvere il problema del caro-bollette”, si legge nel tweet.

I membri del Copasir, oltre ad audire il ministro Guerrini, hanno espresso parere favorevole all’unanimità a due schemi di decreto relativi all’impiego di forze speciali della Difesa all’estero e al contrasto in ambito cibernetico (una novità del decreto Aiuti bis), oltre a uno schema di regolamento relativo alle operazioni sotto copertura. L’emendamento contenuto nel decreto “Aiuti bis” prevede che l’Aise (i servizi segreti per le operazioni all’estero, ndr) possa “impiegare proprio personale” al fine di “attività di ricerca informativa e operazioni all’estero”. Il tutto deve essere previsto da un regolamento per disciplinare “il procedimento di autorizzazione all’impiego, del presidente del Consiglio dei ministri o dell’Autorità delegata, ove istituita, nonché le relative modalità, condizioni e procedure, anche con riferimento alla specialità dei profili economici attinenti all’impiego del personale”.

Occorre inoltre rammentare che contingenti militari italiani sono già stati inviati in Lettonia, Romania, Bulgaria e Ungheria. In quest’ultima ci sono 260 militari della brigata alpina “Taurinense” nel quadro della missione Enhanced Vigilance Activity della Nato. In Bulgaria ci sono i soldati dell’82 reggimento fanteria “Torino”. In Romania sono stati inviati 3.400 soldati italiani e raddoppiato il numero degli aerei Eurofighter. In Lettonia c’è già da tempo un contingente militare italiano.

Insomma sul piano militare l’Italia è già coinvolta in questa guerra fino al collo, con il consenso del Parlamento ma non della popolazione, che al 60% si dice contraria all’invio di armi e alla partecipazione alla guerra in Ucraina.

Sta crescendo dal basso l’esigenza e la spinta che questa confermata contrarietà popolare al coinvolgimento italiano nella guerra cominci a palesarsi con la forza dovuta. Le disinibite evocazioni sul possibile ricorso ad armi nucleari gettano sulla realtà una ipoteca inquietante ma ormai credibile. L’ipotesi di una prima, grande manifestazione nazionale di opposizione contro la guerra che la declini pubblicamente e massicciamente è ormai all’ordine del giorno, serve solo un atto di coraggio. E in piazza per la pace e contro la guerra … chi c’è c’è!!

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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7 Commenti


  • Pasquale

    Il popolo italiano ha avuto di recente una grande occasione per farsi sentire e vedere rispettate le proprie volontà. Purtroppo non l’ha fatto. Ha ceduto ancora una volta alla favola del voto utile. È pure probabile che scenda in piazza se lo si tira. Ma…


  • Mauro

    …Guerra alla Guerra..


  • Carmine Marzocchi

    È proprio giunto il momento di far partire, dal basso, una mobilitazione unitaria e popolare contro la guerra e contro le iniziative del governo che la alimentano come l’invio delle armi.
    Costruiamo il modo per esprimere in forma visibile, fisicamente la contrarietà popolare alla condotta guerrafondaia del governo, della gran parte delle forze politiche e del sistema informativo.


  • leandro locatelli

    Chi non conosce la Verità è uno sciocco, ma chi conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente
    Petizione diretta al Presidente Mario Draghi e al ministro Cartabia
    Andrea Rocchelli, fotogiornalista italiano era andato a documentare gli orrori della guerra in Ucraina, precisamente nel Donbass, ed è stato ucciso per questo. E’ stato assassinato insieme all’attivista per i diritti umani (e interprete) Andrej Nikolaevič Mironov, dal fuoco ucraino, il 24 maggio 2014. William Roguelon, unico sopravvissuto all’attacco, dichiarerà che il gruppo è stato bersagliato da numerosi colpi di mortaio e armi automatiche dalla collina Karachun, dove era stanziata la Guardia nazionale dell’Ucraina e l’esercito ucraino. Gli assassini non sono i russi ma i nostri alleati, addestrati e armati da noi. I “buoni”. Quelli che difendono la libertà. Nel luglio 2017 le indagini hanno portato all’arresto di Vitaly Markiv mentre rientrava in Italia, militare della Guardia nazionale ucraina col grado di vice-comandante al momento dell’arresto ma soldato semplice all’epoca dei fatti, con cittadinanza italiana. Markiv è stato sottoposto a misure detentive di custodia cautelare in attesa del processo che si è aperto a Pavia nel maggio 2018. Durante lo svolgimento del processo, Markiv viene anche accusato dentro e fuori l’aula di simpatie neonaziste. Si legge su Wikipedia: “Il 12 luglio 2019 la corte penale di Pavia ha giudicato Vitaly Markiv colpevole per concorso di colpa nell’omicidio di Rocchelli e Mironov e lo ha condannato a 24 anni di reclusione. Lo stato Ucraino è stato anch’esso giudicato colpevole nella medesima sentenza quale responsabile civile”. Markiv però se la cava, dopo l’intervento delle autorità dell’Ucraina che prendono le sue difese. Ed ecco il colpo di scena: “Il 3 novembre 2020 la Corte d’Assise d’appello di Milano, pur ritenendo colpevoli le forze armate ucraine dell’omicidio dei giornalisti, ha assolto Vitaly Markiv con formula piena escludendo alcune testimonianze chiave dall’impianto accusatorio per un vizio di forma”. Sul tablet e sullo smartphone sequestrati a Markiv, secondo i Ros, sono conservate oltre duemila fotografie. Alcuni scatti mostrano un uomo incappucciato, con una catena di ferro al collo, rinchiuso nel bagagliaio di un’automobile, una Skoda Octavia. In alcune immagini scattate poco dopo, si vede lo stesso uomo, con il volto ancora coperto, gettato in una fossa mentre qualcuno non inquadrato nella ripresa lo ricopre di terra. Altre fotografie ritraggono Markiv davanti alla stessa Skoda Octavia. Quando nell’aula è stata mostrata una foto di agenti della guardia nazionale ucraina con alle spalle una bandiera nazista, Markiv ha chiesto di prendere la parola e ha detto: «Non voglio che la guardia nazionale sia presentata come nazista. La bandiera ritratta in quella foto è soltanto un bottino di guerra» Peccato che il nemico fossero gli autonomisti del Donbass. Non c’è pace senza giustizia, non si annulla una sentenza per vizio di forma, dopo l’intervento delle autorità Ucraine che hanno parlato di complotto e di processo politico, intervento supportato anche da politici di lungo corso italiani. Chiediamo al presidente del consiglio Draghi ed al ministro della Giustizia Cartabia la revisione del processo. Ci sono due vittime innocenti, assassinate perché testimoniavano con il loro lavoro verità scomode, non ci possono essere colpevoli in libertà. La responsabilità penale è personale, indicare come responsabile l’intero esercito ucraino è inutile e sbagliato. Verità e giustizia per Andrea e Andrej.
    Puoi firmare la petizione qui: https://chng.it/J4kY6Zdj


  • stefano

    generalstreik. o come da Aristophanes non fare piu l amore con chi non finisce subito la guerra. voglio dire siamo noi che possiamo finire questa guerra, gia oggi… saluti da zurigo…


  • E Sem

    Difficile trovare una giustificazione sensata alla postura inequivocabilmente masochistica del nostro paese. Anche ammettendo un completo controllo delle macchine Italia e Ue da parte di gruppi di potere a noi avversi la lettura del susseguirsi degli avvenimenti sembra fantascientifico. Ci sono problematiche non divulgabili alla base delle nostre azioni? Un suicidio pilotato sta impedendo una mattanza, se possibile, di proporzioni piu’ ampie o non controllabili ? Quali sono i nostri reali nemici? Quali fini si prefiggono? O meglio: Abbiamo dei nemici? Una risposta sincera a questa domanda potrebbe essere alla base della comprensione di questo incubo notturno da libagione “cattiva”. Se fosse solo un modo per cancellare la scomoda europa dalle competizioni e qualche giocatore si sta giocando le ultime carte utili possibili col botto? Una cosa e’ certa: o ci ritiriami subito su le braghe, o qualche malintenzionato potrebbe “fraintendere”. Facciamo le poche che sappiamo fare in modo discreto (la guerra non rientra, specialmente in questo momento, nelle nostre eccellenze).


  • Alberto Aquilani

    È.solamente con il potere della popolazione che si cambiano le cose, quelle descritte nell’articolo e tutte le altre. Bisogna dare fine alla democrazia rappresentativa ed avviarci verso la democrazia diretta, verso una sovranità del popolo e della moneta. Non è più sopportabile avere chi decide per noi

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