Migliaia di persone hanno sfilato per ore per le strade della Capitale per la seconda manifestazione per la pace e contro la guerra in nove mesi (la prima fu a marzo).
Centomila secondo gli organizzatori, 30mila secondo la polizia hanno marciato da Piazza della Repubblica fino a San Giovanni. Moltissimi gli striscioni e le bandiere dell’associazionismo cattolico e laico. Occorre ammettere che il colpo d’occhio restituito dice che i giovani nella manifestazione non erano molti, mentre abbondavano adulti e capelli bianchi con uno sfilare fin troppo silenzioso dei vari segmenti del corteo.
Il numeroso spezzone di Unione Popolare è riuscito a infilarsi a metà corteo all’altezza di Piazza Esquilino dove si era concentrato e qui il clima che si è respirato era assai diverso: slogan, cori, canti con vecchi e nuovi slogan, dall’immortale “fuori l’Italia dalla Nato” al neonato “giù le armi su i salari”. Lo striscione di Unione Popolare recita: “No alla guerra, No all’invio di armi, tagliamo le spese militari”.
Poco più dietro numerosi giovani dietro lo striscione: “Fermiamo la guerra ora. Fuori l’Italia dalla guerra, no all’invio di armi, via dalla Nato”. Una grande bandiera arcobaleno e un bandierone della Palestina chiudevano lo spezzone facendo la necessaria chiarezza.
Il segretario del Pd Letta, che con un atto di irricevibile arroganza, si è infiltrato nella manifestazione ma è stato ripetutamente contestato e insultato in diversi punti del corteo. Il Pd sull’invio delle armi all’Ucraina è tra i più oltranzisti.
Il Pd ha dichiarato di voler essere in piazza – sia in quella di Roma che in quella di Calenda a Milano – perché, spiega Enrico Letta, “il PD aderisce a tutte le manifestazioni per la pace e questa ha parole d’ordine compatibili con le nostre”. Una parziale verità e una provocazione bella e buona.
Guarda QUI il video della contestazione ad Enrico Letta
A San Giovanni dal palco si sono alternati numerosissimi interventi, tra cui la lettera del Cardinale Zuppi ai manifestanti. Mentre si parlava dal palco in una piazza già piena, la coda del corteo era ancora a Santa Maria Maggiore.
Visibili quattro bandiere ucraine a Piazza della Repubblica, mentre in via Merulana c’è stata quasi una zuffa tra due manifestanti per una bandiera russa con i colori del nastro di San Giorgio.
A Milano si è rivelata invece un flop totale la manifestazione a sostegno dell’intervento italiano in guerra e a sostegno dell’Ucraina organizzata da Calenda & C. Meno di mille persone sperdute in una piazza, con tante bandiere ucraine ma ben pochi argomenti per contrapporsi con successo alla manifestazione in corso a Roma.
Fin qui la cronaca, rinviate a domani valutazioni politiche più complete.
Foto di Patrizia Cortellessa
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Sergio
Una curiosità: nello striscione di up, con de magistris, quello al suo fianco è Da Milano?
Redazione Contropiano
No. Il gruppo Repubblica-Agnelli è notoriamente per la guerra…