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“Piantedosi dimettiti!” Il presidio di Unione Popolare

Oggi Unione Popolare – Lazio si è ritrovata al Pantheon per denunciare le responsabilità politiche del nostro governo nella strage di Cutro. Con una conferenza stampa in contemporanea all’informativa alla Camera sul naufragio, dalla piazza sono state chieste le dimissioni del ministro Piantedosi.

Al presidio è intervenuta Beatrice Gamberini di Potere al Popolo, Rosa Rinaldi, candidata presidente di UP alle recenti regionali laziali, e una compagna dei Giovani Palestinesi.

Anche l’Unione Sindacale di Base era presente, indicando nelle guerre occidentali e nella crisi climatica le cause fondamentali dei flussi migratori, e denunciando i ritardi nei rinnovi dei permessi di soggiorno.

Le parole scritte sullo striscione erano chiare e nette: “strage di Cutro, strage di Stato“. Un vero e proprio atto di accusa, che coinvolge in prima battuta il ministro dell’Interno (che ha in pratica colpevolizzato i morti), ma in generale tutta la nostra classe politica. Abbiamo ribadito che se oggi è il governo Meloni ad avere sulla coscienza decine di morti, tutta la classe politica ha le mani sporche di sangue.

Centrodestra e centrosinistra, dalla legge Turco-Napolitano, alla Bossi-Fini fino ai decreti Minniti e Salvini, hanno portato avanti politiche di accoglienza mirate a rendere impossibile cercare rifugio in Italia. E a rendere ricattabili chi ci vive e lavora.

Sono stati tutti partecipi e responsabili del processo di “esternalizzazione” della gestione dei confini UE, fatto con la legittimazione dei tagliagole libici e finanziando il sultano Erdogan. Questo mentre all’interno la gabbia europea ha strozzato i popoli del Vecchio Continente con i vincoli di bilancio, producendo anche forti flussi di immigrazione interna verso i paesi core della UE.

Il presidio di oggi, insieme ai tanti altri che hanno preso parola nel paese, rappresenta un ulteriore tassello di un’opposizione degna alle due facce della stessa medaglia euroatlantista, centrodestra e centrosinistra che siano. La strada è lunga, ma la richiesta di dimissioni di Piantedosi e la denuncia delle responsabilità comuni ai governi degli ultimi decenni sono un punto irrinunciabile per rappresentare una reale alternativa.

 

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