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Il fascismo attuale di Giorgia Meloni

Giorgia Meloni ha usato una pagina intera dal primo quotidiano suo sostenitore, il Corriere della Sera, per celebrare il 25 aprile. Ed è riuscita a produrre un fiume di parole senza mai nominare Resistenza e Antifascismo.

Anzi per lei il 25 aprile segna la fine della “Guerra Civile”, che avrebbe diviso nell’odio le famiglie e che poi sarebbe continuata con le vendette partigiane e le foibe.

Per Meloni il MSI del nazifascista Almirante è stato fondamentale per portare alla democrazia milioni di di persone che credevano nel fascismo. E la Costituzione avrebbe definito una democrazia liberale che legittimerebbe pienamente la destra. Come per altro attestarono l’amnistia voluta da Togliatti per i criminali fascisti e la memoria condivisa, esaltata da Luciano Violante verso i ragazzi di Salò.

Oggi questa democrazia liberale è in guerra mondiale contro il resto del mondo che non accetta i valori dell’Occidente, il primo fronte è l’Ucraina e la destra di Giorgia Meloni è in prima linea in questa guerra.

Ecco la sintesi del Meloni-pensiero: un concentrato di trasformismo, malafede e revisionismo reazionario. Per lei il 25 aprile è la “festa della libertà”, come propose Silvio Berlusconi al posto della “troppo comunista” Festa della Liberazione.

È vero che Meloni non è nostalgica del fascismo di ieri, ma solo perché vuole quello liberista e guerrafondaio di oggi, come il suo Giorgio Almirante.

Siamo sicuri che Meloni riceverà il plauso dei liberali di regime attuali, che a differenza di quelli di ieri che parteciparono alla Resistenza e ai fascisti sparavano, oggi coi fascisti governano.

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