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Fascisti di lotta e di governo

Qualcosa comincia a scricchiolare nella maggioranza.

Nella serata di venerdì 4 agosto, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno era ospite in studio a In Onda, il programma di La7 condotto da Marianna Aprile e Luca Telese.

Si dibatteva, nel corso della trasmissione, sul reddito di cittadinanza, o meglio sullo stop al sussidio arrivato vergognosamente via sms ad alcune migliaia di famiglie, ridotte così alla fame.

L’ex primo cittadino capitolino si mostrava contrarissimo a quanto fatto dalla Meloni:

«Lei con la destra sociale non ha nulla a che fare», affermava rimarcando le sue radici missine.

E ancora sul reddito: «La misura va riformata, ma sospenderla ad agosto è una follia. E secondo me c’è margine per fare ricorso. Molte di queste persone non lavorano perché non c’è lavoro, l’unica alternativa sono i lavori socialmente utili».

Alemanno ha poi rincarato la dose nei giorni successivi, dichiarando che «La premier ha abbandonato i principi sociali e ha scelto i conservatori».

Dichiarazioni dunque che giungono inattese e che, com’è facile intuire, rischiano di creare non pochi problemi ad un governo già messo a dura prova dal caso Santanché, dalle esternazioni di La Russa sul presunto stupro commesso dal figlio, nonché dalle ultime intemerate di Marcello De Angelis sulla strage di Bologna.

Dichiarazioni che tra l’altro sembrano trovare una sponda favorevole in Matteo Salvini, intenzionato a riprendersi quel che in termini di consenso Fratelli d’Italia ha tolto alla Lega.

In sostanza, le mistificazioni elettoralistiche di Giorgia Meloni, rivelatesi per quello che sono alla prova del Governo e all’impatto con gli assetti di potere che travalicano i confini nazionali, imponendo regole molto precise, stanno provocando, in settori non marginali di FdI e della maggioranza, tensioni di un certo rilievo.

E così, uno dei più blasonati colonnelli del Partito, marito di Isabella Rauti e genero dell’ex fondatore di Ordine Nuovo Pino Rauti (passato a miglior vita), proprio sulle orme di quelle che furono le tendenze apparentemente “sinistrorse” propugnate dal suocero all’interno del Msi (famoso il suo slogan “sfondare a sinistra”) e riprendendo i temi cari alla cosiddetta Destra Sociale – di cui lui e Storace figuravano tra i rappresentanti di maggior peso – ha minacciato, dal palco dell’evento “Orvieto ’23-Forum dell’indipendenza italiana”, che ha visto la partecipazione di oltre trenta associazioni reazionarie e di destra, di rompere con il partito guidato dalla Meloni per formare un nuovo movimento politico.

Un movimento che, a leggere bene, si richiami ai principi di quel cosiddetto “fascismo rosso” che, negli anni ’70, trovò le sue sintesi organizzative nelle declinazioni sottoproletarie e nazionalbolsceviche di Lotta di Popolo e successivamente di Lotta Popolare (quest’ultima fondata da Paolo Signorelli); nel superamento degli steccati ideologici tra destra e sinistra propugnato da Terza Posizione (organizzazione fondata da Roberto Fiore, ora alla guida del movimento neonazista Forza Nuova) e nelle indigeste utopie nazimaoiste dello stragista Franco Freda, teorizzate col libercolo“La disintegrazione del sistema”.

Vale la pena ricordare, tra le altre cose, che Freda è ormai riconosciuto quale protagonista della strage di Piazza Fontana, benché libero in base al principio del no bis in idem, essendo stato inspiegabilmente e definitivamente assolto in un precedente percorso processuale.

Soggetti – quelli richiamati qui sopra – di chiara ispirazione sansepolcrista quando non addirittura nazionalsocialista e apparentemente poco inclini al compromesso con le grandi borghesie internazionali, con i centri del potere finanziario e con i vincoli imposti dall’Alleanza Atlantica.

Non si tratta di un’operazione ideologicamente nuovissima: lo stesso “nazional-socialismo” conteneva, fin nell’autodefinizione, il senso strumentale e bugiardo di questa appropriazione di temi “proletari”.

E difatti, come spiega Alemanno – che nel futuro movimento avrebbe già cooptato Vittorio Sgarbi, Diego Fusaro (da qualche distratto commentatore scambiato per “marxista”), l’ex senatore leghista Simone Pillon e il portavoce dei no vax Ugo Mattei – le coordinate su cui si muoverebbe il presunto nuovo soggetto sarebbero proprio quelle tipiche della Destra Sociale e del “fascismo rosso”.

Rottura con i vincoli euro atlantici «per non morire americani», e conseguente critica aperta all’invio delle armi in Ucraina e ai diktat imposti dall’Unione Europea.

Corporativismo e socializzazione in campo economico, con forte intervento statale e conciliazione degli interessi di classe. La versione di ultra-destra del keynesismo, come negli anni ’30.

Alemanno si dice favorevole, ad esempio, all’introduzione di un salario minimo e ha duramente contestato, come si diceva all’inizio, sia l’abolizione del Reddito di cittadinanza voluta dalla Meloni – a Napoli ha addirittura lanciato un’iniziativa con Marcello Taglialatela per promuovere un ricorso alla magistratura contro il governo, reo di aver messo fine al sussidio senza proporre adeguate soluzioni di compensazione sul piano del lavoro – sia l”autonomia differenziata’, che certamente abbandonerebbe a sé stesso il Mezzogiorno d’Italia.

Comunitarismo e tradizionalismo culturale: il che si traduce nella ‘centralità della famiglia’, nell’esaltazione dell”identità nazionale’ come comunità proveniente dalle stesse radici etniche e culturali, inevitabile razzismo e in campo religioso assoluta subalternità alla Chiesa di Roma.

Nonché, non c’è neanche bisogno di dirlo, patriarcato, lotta senza quartiere alle tematiche di genere e alla comunità Lgbtq.

Infine, nell’ambito delle alleanze internazionali, Alemanno vagheggia un rapporto d’intesa con i Brics, critica aspramente la guerra ingaggiata contro la Russia e ripropone la Via della Seta quale alternativa al mercato Occidentale.

A guardarlo così, al netto delle questioni di genere e religiose, sembrerebbe quasi un “programma di sinistra”. Ma è, per l’appunto, un vecchio trucco propagandistico, risalente a cento anni fa…

E infatti Alemanno si ripromette di scavalcare Giorgia Meloni proprio a destra. Riprendendo, come ricordavamo, i principi del “tercerismo” di matrice sudamericana e del sedicente “nazi-maoismo“.

Un sincretismo ideologico che fagocita i temi sociali trasformandoli in parole vuote, cui farebbero da contrappunto, come nella migliore tradizione reazionaria, una repressione spietata e l’intolleranza verso i principi democratici e le opposizioni sociali.

Un’iniziativa, dicevamo, che potrebbe far vacillare il governo – cosa sicuramente ‘buona e giusta’ – aprendo però la strada ad un nuovo dicastero tecnico. Cosa che lo stesso Alemanno, contraddittoriamente, dice di non augurarsi.

Un’iniziativa piena di insidie, in cui si possono rintracciare non pochi pericoli proprio per il nostro campo.

Perché nel vuoto pneumatico lasciato dalla sinistra, sia quella istituzionale e riformista, sia quella radicale e appunto di classe, un simile movimento rischia di esercitare un suo funebre fascino “al di là degli steccati ideologici”.

In un momento di grande confusione come quello attuale, in cui si sono smarrite le chiavi di lettura della realtà secondo i presupposti teorici del pensiero marxista o ancorché socialdemocratico  -per non dire dei principi della solidarietà e della reciproca mutualità o del comune sostegno collettivo oramai sacrificati sull’altare dell’individualismo e della strafottenza generalizzata – siamo pronti a scommettere che, accanto alla maggioranza silenziosa, anche qualche sedicente “compagno”, anche solo per protesta, anche solo larvatamente, anche solo in nome di un‘ assolutistica e sciagurata visione geopoliticista – ricordiamo che uno dei padri di questa pseudo scienza fu il fascista Ernesto Massi – anche in nome di un rozzo e sbozzato anticapitalismo e antimperialismo, sarebbe pronto ad avallare un simile progetto.

Siamo al centro di un passaggio storico delicatissimo, seppur denso di dinamiche interessanti.

Dove “il rosso e il nero” rischiano di confondersi con troppa disinvoltura, com’è già avvenuto e avviene di frequente.

Ahinoi, però, non è Stendhal!

Tenere gli occhi dell’intelligenza ben aperti dovrebbe essere il nostro principale compito.

Grande è la confusione sotto il cielo, ma la situazione non ci pare sia eccellente.

Un’ultima cosa a margine.

Si parlava in precedenza di Franco Freda e del fatto che, pur essendo stato riconosciuto colpevole per la Strage di Piazza Fontana, se ne vada libero per il mondo a tenere conferenze grazie al principio giuridico del no bis in idem.

Ebbene, è la favorevole sorte giudiziaria che è da sempre toccata ai fascisti – manovalanza armata di Stato e Servizi Segreti atlantici, malgrado le loro dichiarazioni anti-borghesi, anti-capitaliste e anti-imperialiste – nella nostra Repubblica nata dalla Resistenza.

Viceversa comunisti come Mario Moretti marciscono da oltre quarant’anni nelle patrie galere. E qualche imbecille osa pure, ancora, riservargli l’infamante sospetto di essere stato ‘colluso coi servizi’.

Fosse stato vero, come i Freda, i Ventura, i Giannettini, i Saccucci, le Mambro e i Fioravanti, Mario sarebbe già fuori da 40 anni.

Ma è la vergogna di uno Stato e di un sistema “democratico” che premiano logicamente i propri servi, qualsiasi orrore abbiano compiuto. Mentre lasciano morire in carcere le persone serie.

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5 Commenti


  • antonio

    Ecco pronta..una “strategia” fatta di: “postmodernità” per arrivare infine ad una “Quarta Posizione” (do you remember Terza Posizione?).
    Gli orizzonti non si stanno facendo bui bensì; stanno ripercorrendo strade vecchie, mai smantellate.
    …c’è tanto lavoro da fare e teoria da aggiornare per rimarcarne la “strada”!.


  • . Binazzi Sergio

    i fascisti quelli ” tradizionali nostalgici” sia quelli nuovi della meloni non si smentiscono mai, rimangono sempre e solo fascisti al servizio della grande borghesia benché sbraiti alemanno. non c’è e non c’è mai stato nulla di popolare nel loro DNA. purtroppo in italia c’è un ignoranza politica che prolifica e probabilmente ci sarà anche chi crede a simili fandonie. bisogna stare sempre allerti cari compagni.


  • Romario

    “siamo pronti a scommettere che, accanto alla maggioranza silenziosa, anche qualche sedicente “compagno”, anche solo per protesta, anche solo larvatamente, anche solo in nome di un‘ assolutistica e sciagurata visione geopoliticista – ricordiamo che uno dei padri di questa pseudo scienza fu il fascista Ernesto Massi – anche in nome di un rozzo e sbozzato anticapitalismo e antimperialismo, sarebbe pronto ad avallare un simile progetto.” TIPO UN SIGNORE PELATO IL CUI NOME INIZIA PER M?


  • Gaetano Foccillo

    Di fronte all’analisi lucidissimo della realtà politica e sociale e del ruolo di un nuovo movimento nazionalfascista quale quello che si profila alla guida fi Alemanno, a sinistra restano il vuoto e le macerie autoprodotti. Neppure un flebile vagito, una presa di coscienza dell’attuale passaggio di fase. Solo contemplazione passiva e impotente di fronte alla destra governativa arrogante e ansiosa di rivalsa! Nessun segnale di una ricomposizione minima dei cocci rotti da politicanti cosiddetti moderni della diaspora che sta vivendo la sinistra “riformista” e, purtroppo, anche quella radicale e sedicente di classe. Temo che il peggio debba ancora arrivare e con tinte sempre più fosche.


  • antonio

    “Il fascismo tende allo sfruttamento più sfrenato delle masse, ma le avvicina con una abile demagogia anti-capitalistica, sfruttando l’odio profondo che i lavoratori nutrono contro la borghesia rapace, contro le banche, i trust e i magnati della finanza, e lancia le parole d’ordine più suggestive, in questo momento, per le masse politicamente immature. In Germania, ” il bene comune al di sopra di quello privato “; in Italia, ” il nostro non è uno stato capitalista, ma uno stato corporativo “; nel Giappone, ” per un Giappone senza sfruttamento “; negli Stati Uniti d’America, ” per la spartizione delle ricchezze “, ecc. ecc…

    https://paginerosse.wordpress.com/2012/04/17/il-carattere-di-classe-del-fascismo-dal-rapporto-di-gheorghi-dimitrov-al-vii-congresso-dellinternazionale-comunista-6/

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