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Ricordare, ma sul serio

Ricordare non è un semplice esercizio per la mente, è soprattutto una chiave di lettura per il presente!

“Devo dirti una cosa»

Il nonno parlava con calma, ma si capiva che la cosa che stava dicendo era molto importante.

«Promettimi di ricordarti sempre quello che ti sto dicendo»

Il ragazzetto fece si con la testa. Ma al nonno non bastava.

«Dimmi “lo prometto!”»

«Lo prometto»

«Bene!»

Proseguirono per un po’, poi il nonno indicò qualcosa.

«Vedi quel muretto là?»

«Sì!»

«Lì furono sistemati tutti i bambini fino ai dieci anni prima di essere fucilati dai nazisti e dai fascisti»

«Fucilati?»

«Sì, allineati al quel muro e poi riempiti di pallottole»

«Oddio!»

«Sì, non si sa bene dove fosse Dio quel giorno. Ma di sicuro si era distratto»

«Ma perché li uccisero?»

«Perché i fascisti erano dei codardi. Non trovarono i partigiani e se la presero con i più deboli»

Poi in silenzio arrivarono alla chiesa.

Il nonno guardò il sagrato e ripensò ai suoi genitori, ai suoi parenti e alle persone anziane che all’epoca furono fucilate dai nazisti delle SS, che furono guidati dai cani fascisti italiani.

«Qui uccisero le persone che si erano rifugiate in chiesa a pregare e quelle che avevano tirato fuori dalle loro case. Donne e anziani. Noi uomini partigiani eravamo nel bosco. Non pensavamo che arrivassero a fare questo»

Il nonno si mise la mano sugli occhi e pianse. Senza vergognarsi di farlo.

Camminarono ancora un po’. Ad un certo punto il nonno si fermò e guardò in alto e indico una terrazza.

«Da quel punto là sopra venivano lanciati i neonati.»

«Lanciati?»

«Sì, lanciati. E da là i fascisti ridevano e sparavano. Poi facevano le classifiche a chi ne aveva colpiti di più»

Il bambino ascoltava in silenzio senza dire niente.

«Poi, avendo finito i neonati e avendo ancora da stabilire il vincitore, afferrarono una donna incinta e le aprirono la pancia con il coltello. Presero il piccolo che ancora non respirava e lo lanciarono con tutto il cordone ombelicale attaccato. Uno di quegli schifosi sparò e urlo di gioia per la sfida vinta»

Rimasero in silenzio, nonno e nipote a guardare, ricordare e immaginare quell’orribile scena.

«Perché mi racconti queste brutte cose, nonno?»

«Perché non dobbiamo dimenticare. Voi dovete continuare ad essere testimoni di queste storie. Perché il mondo non dimentichi»

Qualche anno più tardi

L’uomo si ricordò quella passeggiata col nonno. Sentì riecheggiare quel racconto e quelle immagini gli tornarono alla mente.

Nessuno doveva dimenticare quello che fascisti e nazisti furono in grado di fare.

Dimenticare gli orrori è un modo per non soffrire, una forma di autodifesa per non impazzire. Anche come collettività funziona così, pensò. Ma il ricordo serviva perché quei drammi non potessero più tornare.

Per quello il nonno gli aveva raccontato quegli orrori.

Per quello lui doveva continuare a raccontarlo ad altri.

Non voltatevi.

Non dimenticate.

Non nascondete questi orrori.

Perché qualcuno è sempre pronto a ripetere la storia.

Non dimentichiamo!

12 agosto 1944

Sant’Anna di Stazzema.

560 persone trucidate dalla codardia degli italiani fascisti e dalla barbarie dei nazisti.

* su preziosa segnalazione di Stefano Bonora

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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1 Commento


  • Vinicio

    Sono contro è lo sarò sempre contro la pacificazione pensata dal duo Violante /Vtroni. I partigiani, le loro famigli massacrati dai seguaci del duce. Poi proseguite nel dopo guerra con attentati dinamitardi in collaborazione con mafia e Cia. Anno creato la favola delle foibe. In cui la sinistra è restata muta.

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