Sono usciti i morti sul lavoro di INAIL al 31 agosto, sono state 680 le denunce arrivate all’Istituto. Ma occorre fare chiarezza, Inail raccoglie le denunce che gli arrivano dal territorio e solo dei suoi assicurati e sfuggono centinaia di lavoratori, che l’Osservatorio di Bologna sulle morti sul lavoro invece registra.
Poi occorre avere ben chiaro che nei 680 morti di INAIL ci sono anche i morti in itinere, l’Osservatorio a quella data, come potete andare a vedere nel sito http://cadutisullavoro.blogspot.it ne aveva monitorati 941 complessivi.
Dove sta la differenza? I morti in nero, gli agricoltori spesso anziani e lavoratori autonomi non sono assicurati a INAIL e solo tra gli schiacciati dal trattore ne sono morti già 116, poi ci sono anche gli assicurati ad altre categorie che sono diversi milioni, categorie che non sto ad elencare.
Non possono sparire dal conteggio dei morti sul lavoro diverse centinaia di lavoratori, lo racconto da 17 anni, ma contro c’è un muro di gomma, fatto di molteplici interessi politici, mediatici e economici.
Ecco dove si muore di più nel 2024:
Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35%;
Le Regioni Lombardia, Campania Emilia Romagna e Sicilia e Veneto quelle con più morti;
117 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167;
113 gli autotrasportatori;
95 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023;
77 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione;
Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro. In itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini;
20 i boscaioli morti
*Osservatorio di Bologna sulle morti sul lavoro
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kh beyer
Die wahre Zahl der tödlichen Arbeitsunfälle ist bedeutend höher als von der INAIL erfasst. Schauen Sie mal unter die Rubrik: Frauenunfälle. Die werden mit Doppelt- und Dreifachbelastung entschuldigt.
Viele Frauen sterben durch Unfälle, vor allem beim Pendeln und an Müdigkeit: an der Hektik, an der Ermüdung durch Doppel- und Dreifacharbeit. Unterwegs sterben sie prozentual fast so oft wie Männer
Ich glaube nicht, wir müssten das mittels Geschlechtertrennung und herbei gezauberten Belastungsmodellen erklären. Allein der geteilte Dienst in bestimmten Berufsgruppen ist dafür verantwortlich.
Il numero reale degli infortuni mortali sul lavoro è significativamente superiore a quello registrato dall’INAIL. Date un’occhiata alla rubrica: Infortuni femminili. Sono scusati con accuse doppie e triple.
Molte donne muoiono per incidenti, soprattutto negli spostamenti casa-lavoro, e per la stanchezza: per i ritmi frenetici, per la fatica da doppi e tripli lavori. In percentuale muoiono sulla strada quasi quanto gli uomini
Non penso che dobbiamo spiegarlo usando la separazione di genere o evocando modelli di stress. Il servizio condiviso in alcuni gruppi professionali ne è l’unico responsabile.