Oggi in tutta Italia in piazza contro il governo che spende in guerra e taglia sull’università, il governo dell’alternanza scuola-lavoro e della riforma della ricerca: l’atto 2° di un #NoMeloniDay sempre più necessario mentre scuole e università cadono a pezzi, gli affitti volano alle stelle e una classe politica incapace di darci risposte reprime e criminalizza le voci che si oppongono.
A Roma il corteo ha raggiunto il MIM di Valditara per concludersi al MUR, dove la sfilata del “somaro” ha ricordato ad Annamaria Bernini che non le saranno concesse altre menzogne: il taglio di 500 milioni al FFO e la riforma del preruolo che peggiora il precariato della ricerca sono l’apice di un attacco complessivo al mondo della formazione che non lasceremo passare. I lavoratori della scuola e della ricerca di @unionesindacaledibase in piazza accanto a noi l’hanno ribadito.
La rabbia che abbiamo portato al MUR è quella di piazze e cortei che hanno attraversato il Paese: uno sciopero riuscitissimo in più di 40 città nonostante i tentativi di repressione come le cariche a Torino. In tutte le città, mani rosse di vernice hanno di nuovo imbrattato i volti di Valditara, Bernini, Meloni. È perché il sangue di cui sono colpevoli, dai morti in alternanza ai 50.000 morti in Medio Oriente, è una macchia indelebile.
Le bandiere della Palestina sfilate nei cortei ricordano che siamo al fianco dei popoli che lottano e resistono. E se il nuovo progetto di sicurezza della Bernini vuole più intelligence per respingere ingerenze esterne – russe, cinesi o iraniane che siano – sulle università, noi vogliamo scuole, università e ricerca libere da complicità con Israele e con l’industria militare che sta portando il mondo alla guerra, e anche per questo abbiamo promosso la manifestazione nazionale del 30 novembre a Circo Massimo, Roma.
Dalle piazze di tutta Italia arriva un’indicazione: costituire un’alternativa è necessario, è possibile, e la strada è tracciata. Ogni giorno è No Meloni Day!
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