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Strage operaia e disastro ambientale all’Eni di Calenzano

Poche ore fa è esploso il Deposito di stoccaggio dell’Eni a Pratignone vicino ai Gigli.

L’esplosione è stata talmente forte che ha mandato in frantumi i vetri delle abitazioni limitrofe. Il boato si è sentito fino a Prato e Firenze, dove sono tremate le pareti delle case. La protezione civile ha diramato un’allerta invitando le persone a restare al chiuso a causa della colonna di fumo tossica. Il danno ambientale e alla salute dei cittadini è evidente, il fumo tossico avrà sicuramente ripercussioni per gli abitanti della piana anche nei prossimi giorni.

I giornali parlano già di vittime. Molte. Morti e feriti.

È l’ennesima ferita inflitta al nostro territorio che si doveva evitare. Perché i rischi di esplosione del deposito si conoscevano bene e da anni, se ne parlava già nel 2020 in numerosi articoli (ad esempio https://www.perunaltracitta).

Non si tratta di “incidente”, è l’ennesimo atto di guerra contro la nostra gente. È l’ennesima strage perpetrata in nome del profitto, in una guerra combattuta con le armi della deregolamentazione, dell’impunità e del ricatto tra vita e lavoro.

È il momento di rispondere. È il momento di puntare il dito contro l’intera classe dirigente di questo paese. Perché padroni, governo Meloni e amministrazioni locali sono complici di questo massacro.

Per questo con USB avevamo chiesto a gran voce l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Vergogna al governo Meloni e a tutte quelle forze politiche che si sono espresse contro o hanno fatto finta di niente.

Alla guerra si risponde con la resistenza. È ora di preparare la controffensiva.

Queste stragi si devono impedire!

Il 13 dicembre sarà sciopero generale e generalizzato. Saremo in piazza anche per fermare la strage.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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2 Commenti


  • Sergio Binazzi

    è una strage continua quella dei cosiddetti ” incidenti sul lavoro “. tutti in nome dello sporco profitto. si lavora per vivere dignitosamente non per morire o per rimanere invalidi a vita nella migliore delle ipotesi. nel nostro tanto decantato ” uccidente ” democratico solo nei confronti dei padroni e dei loro vassalli.


  • Floriano

    Gli idrocarburi servono ancora e serviranno per un bel po’, o pensate che in un autunno come questo città come milano, Bologna, Torino, si scalderebbero con pompe di calore alimentate da pale eoliche e fotovoltaico?
    Il problema è il disinvestimento sugli impianti, le esternalizzazioni, ecc.
    Se le cose fossero gestite a dovere non ci sarebbero rischi ambientali e per la salute dei lavoratori e dei cittadini.
    Il settore segue il trend della deindustrializzazione ma con i grandi rischi che lo caratterizzano.

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