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Quando a Repubblica basta un titolo per rendere l’Iran una minaccia nucleare

Il 15 giugno La Repubblica ha pubblicato un articolo con all’interno un’intervista al fisico italiano Paolo Cotta-Ramusino (nella foto in copertina a un incontro di qualche anno fa). L’argomento è quello che tiene banco in queste ore, quello del nucleare iraniano, e il titolo riporta un virgolettato che l’analisi delle frase non può che far attribuire allo scienziato: “senza un accordo arriveranno alla bomba“.

Il titolo è uno di che servono ad acchiappare clic e a spingere il lettore a pagare per leggere il testo completo. Ma che intanto, passando sui principali canali social, permette di fare un po’ di allarmismo, tanto utile a chi deve presentare il mondo al di fuori del ‘giardino’ europeo come una ‘giungla’ pericolosa da portare alla civiltà.

Questo è la funzione che si è voluta attribuire a questo articolo, nonostante la realtà di un’intervista che non risponde alla linea editoriale di uno dei principali media atlantisti. Perché, infatti, la realtà è che se uno va a leggere le parole di Cotta-Ramusino, non solo non dice mai quel che gli viene messo in bocca dal titolo, ma il messaggio che manda è diametralmente opposto.

Ovviamente, se si parla di nucleare e di trattative internazionali nel complesso quadrante mediorientale, il discorso è pieno di articolazioni delicate e incroci di interessi esteri che non possono essere ignorati. E questo lo sa anche lo scienziato italiano, appena rientrato da Teheran, dove si è recato per il movimento internazionale di studiosi Pugwash, premio Nobel per la pace nel 1995.

Bisogna però sottolineare innanzitutto questo: Cotta-Ramusino era lì, in Iran, a parlare di nucleare con i vertici del paese segnalando la mancanza di ostacoli alla discussione. Considerato che Israele non vuole nemmeno far entrare giornalisti nella Striscia di Gaza, già si può avere un’idea della distanza negli atteggiamenti. Ma, appunto, la vera notizia sono le parole del fisico italiano.

Il solo modo per impedire che l’Iran costruisca ordigni atomici – dice – è fare un accordo analogo a quello stipulato nel 2015 con l’Amministrazione Obama. Attaccando l’Iran lo si induce a costruirsi la bomba. È il contrario dell’obiettivo dichiarato“. È facile vedere la manipolazione fatta nel titolo: non dice una cosa ‘falsa’, ma la racconta eliminando tutto il contesto.

Perché, apriti cielo, l’esperto italiano ha detto che è la guerra di Israele che porta l’Iran a indurre la ricerca di uno strumento di deterrenza contro il terrorismo sionista. E che l’unico modo per impedirlo è fare un accordo come quello del 2015, che era poi quello che l’Iran stava trattando con gli Stati Uniti, prima che Washington decidesse che anche il nucleare civile doveva essere proibito all’Iran.

E poi Cotta-Ramusino continua con un’altra verità che alle nostre latitudini stanno tutti cercando di censurare: “Israele è l’unico paese che possiede armi nucleari senza dichiararle. E prende questa posizione nei confronti dell’Iran perché ha paura di essere aggredito?” Viene così svelato il doppio standard delle pretese di Tel Aviv, oltre a mostrare l’evidente pericolo per la pace che rappresenta Israele.

Continua lo scienziato: “faccio notare che il ritorno al JCPoA (l’accordo del 2015, stracciato da Trump, ndr) non l’ha voluto nemmeno l’amministrazione Biden. L’approccio occidentale alla vicenda del nucleare iraniano è stato, per essere gentili, scoordinato. Se invece vogliamo essere cattivi, potremmo dire che è stato malintenzionato“.

Non è l’Iran che non vuole trattare, è l’Occidente collettivo. E fa finta di nulla, mentre il braccio sionista ha bombardato le installazioni nucleari, con tutti i rischi annessi, appartenenti a un paese facente parte del Trattato di non proliferazione nucleare – a differenza di Israele, che appunto col suo protocollo aggiuntivo pone l’Iran sotto la completa supervisione dell’agenzia ONU per il nucleare, l’AIEA.

Nella redazione di Repubblica possono inventarsi tutti i titoli che vogliono, ma i fatti parlano chiaro su chi sia un pericolo per l’umanità.

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3 Commenti


  • Giovanni

    Ringraziamo Rafael Grossi, che con le sue subdole dichiarazioni, ha permesso all’uccidente collettivo di trovare una flebile scusa per continuare la strage.


  • Pasquale

    Stanno tutti sostenendo,in modo spregevole, lo stato sionista, uno stato terrorista che ammette di avere assoldato i tagliagola dell’isis. VERGOGNA!!!


  • Tonino

    Del resto Rafael Grossi è anche quello che “condanna con fermezza i bombardamenti sulla centrale nucleare di Energodar” senza mai dire chi li fa…

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