Menu

E’ guerra dei brevetti tra India e multinazionali del farmaco

E quindi di rompere il monopolio detenuto dal colosso farmaceutico su questa importante cura. Seguendo una linea già sostenuta in passato, almeno dagli anni ’70, il governo indiano intende così ribadire il suo ruolo di ”farmacia mondiale dei poveri” grazie alla produzione di generici low cost, tra cui ci sono diversi prodotti salva vita e anti Aids. E’ la seconda volta in appena due mesi che la Roche subisce una sconfitta in India, uno dei mercati più appetitosi al mondo con un giro d’affari stimato di 12 miliardi di dollari. Ma anche uno dei paesi con una legislazione in materia di proprietà intellettuale poco favorevole alle grandi case farmaceutiche mondiali.

La decisione di oggi è stata presa dalla Corte di appello indiana per i brevetti (Ipab) che ha ritenuto il farmaco Pegasys, usato per curare l’epatite C, non ”un’invenzione”, che invece sarebbe protetta da un brevetto secondo il regime sulla tutela della proprietà intellettuale noto come Trips e introdotto nel 2005. La cura, che dura sei mesi, costa l’astronomica cifra di 8.700 dollari, un’enormità per i pazienti indiani malati cronici di epatite che sono in maggioranza tossicodipendenti. L’azienda elvetica, che farà ricorso, non ha per ora reagito ufficialmente. Il Pegasys è stato il primo farmaco brevettato in India dove oltre il 90% dei medicinali sono generici, ovvero replicati a partire da prodotti ‘inventati’ dalle multinazionali farmaceutiche per lo più basate in Occidente. A sfidare il brevetto del Pegasys è stata la fondazione indiana Sankalp Rehabilitation Trust che si occupa di diritti dei malati. Ovviamente soddisfatte le organizzazioni umanitarie come ”Medici Senza Frontiere” che si riforniscono dall’India per le loro campagne mondiali anti Aids e non solo. La decisione di rompere il monopolio sul Pegasys è particolarmente positiva perchè l’epatite C è una malattia in aumento in Asia e in Africa. 

Il prossimo round di questo braccio di ferro sarà con l’altro gigante svizzero, la Novartis, che a settembre si è rivolta alla Corte Suprema di New Delhi per reclamare i diritti su un proprio farmaco anti cancro, il Glivec, in un estremo tentativo di vincere una battaglia legale che dura da ormai sei anni. Il verdetto è atteso nei prossimi mesi.

Quest’anno è stato particolarmente movimentato per quanto riguarda la guerra tra multinazionali e governo dell’India. A marzo l’ufficio dei brevetti obbligò ad esempio la tedesca Bayer a cedere la patente di un farmaco anti cancro all’indiana Natco che è ora disponibile a un prezzo di trenta volte inferiore rispetto a quello, altissimo, praticato dalla casa farmaceutica. A settembre invece un tribunale ha dato ragione a un’altra industria indiana dei farmaci low cost, la Cipla, autorizzandola a riprodurre l’antitumorale Tarceva della Roche.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *