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Aosta. I lavoratori del RdC

Il 18 febbraio scorso la Giunta comunale di centrosinistra della città di Aosta ha approvato una deliberazione riguardante “l’Accordo di collaborazione con il Consorzio Trait d’Union per l’attivazione di progetti utili alla collettività (PUC)“.

Interessati da tali progetti saranno i percettori del Reddito di Cittadinanza che hanno avviato un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale, ai fini della realizzazione dei c.d. “Patto per il lavoro” e “Patto per l’inclusione sociale”.

“I PUC” – si legge sul bollettino di informazione online dell’amministrazione comunale – “costituiscono un’attività di restituzione sociale per coloro che ricevono il beneficio del Reddito di Cittadinanza, e rappresentano un’occasione di inclusione e di crescita per i beneficiari e per la collettività.

Una volta definiti i PUC di interesse comunale, gli oneri diretti (copertura assicurativa, formazione sicurezza, fornitura dotazione e quant’altro necessario) per l’attivazione e la realizzazione dei progetti saranno finanziati dal Fondo Povertà, e saranno sostenuti e rimborsati al Consorzio Trait d’Union dal Dipartimento politiche sociali.

Ed è così che nella ricca cittadina del nord, il centrosinistra avvia una sorta di sperimentazione di “bagno penale” in coprogettazione con il Terzo settore, dove i disoccupati sono chiamati a “restituire alla collettività” il loro diritto di sopravvivere, perché colpevoli di essere poveri.

In Italia 10 imprese su 10 sono irregolari, ma le istituzioni continuano ad arrovellarsi il cervello sui beneficiari del reddito di cittadinanza, su come farli fruttare e fargliela pagare.

Se servono lavoratori per lavori socialmente utili, che vengano assunti e pagati come tali, con tanto di salario minimo e contributi versati.

Perché se lavori, fino a prova contraria sei un LAVORATORE, o è ormai diventata troppo “osé”, come definizione?

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