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Perché non ci saremo alle prossime amministrative a Salerno?

Com’è chiaro da qualche settimana, a Salerno come Potere al Popolo non parteciperemo a questa tornata elettorale né sosterremo alcun candidato.
A fine febbraio lanciammo la nostra sfida: la costruzione di un progetto di opposizione e lotta sociale per un nuovo modello di città. Lo facemmo a partire da un documento di analisi della situazione che si snodava attraverso otto temi cardine che rimangono ancora oggi i pilastri del nostro discorso e della nostra azione.
Un “documento laboratorio”, pubblico e aperto alla discussione e ai contributi di chiunque ne condividesse le basi, associazioni, soggetti politici o singoli cittadini.
Tuttavia, il percorso che avevamo immaginato si è scontrato con la realtà politica della città. Ci siamo trovati davanti ad un elettoralismo spinto, tra soggetti litigiosi e ansiosi di prevalere sugli altri. Una situazione che ha visto nomi e personalismi sopraffare temi e programmi.
Al di là di qualche positiva interlocuzione con realtà politiche e associazionistiche, molto spesso abbiamo riscontrato una tendenza a percorrere strade improbabili ed andare verso lidi ritenuti più remunerativi, salvo poi ritrovarsi con poco o nulla in mano.
Posizioni che sono, di fatto, di conservazione del sistema di potere attuale. Quanto diciamo risulta evidente guardando i numeri: ben trentuno liste e un migliaio di candidati. Pertanto, valutando non esserci le condizioni per partecipare, abbiamo preferito saltare il giro.
Guardando al futuro, il nostro obiettivo è quello di promuovere la ricomposizione di un nuovo blocco sociale antagonista attraverso l’unità di lavoratori dipendenti, autonomi precarizzati disoccupati e studenti.
Per farlo, le elezioni potevano certo essere un passaggio importante, ma non una strada da seguire a tutti i costi, snaturandoci in alleanze improbabili che nascono qualche mese prima delle elezioni e si dissolvono alla chiusura dei seggi.
Alleanze nate al solo scopo di soddisfare personalismi o pochi gruppi d’interesse e che nulla portano a tutti quei cittadini che ad oggi non si sentono giustamente rappresentati da nessuno.
Pertanto, proseguiamo il nostro cammino senza abbandonare la strada tracciata fino ad oggi, rilanciando i nostri otto temi: lavoro, sanità, ambiente, economia del mare, università, Recovery Plan, servizi pubblici, lotta alle privatizzazioni.
È a partire da questo che, a tutti quelli che negli ultimi mesi hanno cercato di intavolare un discorso con con noi, facciamo appello per raggiungerci nelle piazze e nelle lotte. Aperti al dialogo con chiunque sia davvero interessato a cambiare l’attuale modello di città.

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1 Commento


  • Teresa

    Si può scegliere se cambiare un modello stando all’interno del sistema attuale o all’esterno in attesa di consensi, condivisioni, alleanze. Non è facile stare dentro, un clima che di politica ha ben poco crea solo disagio, ma si può tentare con la tecnica del cacciavite, per non perdere la possibilità di vivere da vicino le scelte politiche dei prossimi anni, che saranno determinanti per il futuro dei nostri giovani.

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